Il magnifico viaggio - volume 6

110 115 120 125 130 135 Si andava a mettersi in ginocchio tutti in fila su un banco dietro l altare. A pochi metri di distanza il prete seduto davanti a un inginocchiatoio ascoltava un penitentino alla volta. Era sotto Ampelio, in chiesa c era silenzio. A un tratto si sentì rimbombare la voce di don Emanuele colto di sorpresa: «Eh, no! Mas cio! . Le orecchie di Ampelio fiammeggiavano. Le rare volte che si andava con la mamma alle funzioni della sera, dicevo che la più bella delle litanie era quella che seguiva la Jànua-céli,12 perché subito dopo la serie era finita e così si usciva di chiesa: ma non era la verità. Quella litania seguace della Jànua mi piaceva invece per la bellezza alata delle sue sillabe che volavano alte nella voce incantevole della mamma. Mia madre cantava, e io aspettavo trepidando la Jànua: poi ecco l immagine luminosa: Stella matutina! Poi s andava fuori. Si faceva del nostro meglio per acquistar merito. Io e Guido gareggiammo un anno in devozione. Si andava ai fioretti di maggio12 e c era ogni sera una breve predica di don Bernardo che allora era ancora qui. Stabilimmo che la prova della devozione fosse la vicinanza al pulpito: chi è più vicino è il più devoto. Andavamo di buonora per prenderci una sedia in prima fila (veramente era la fila di fianco, dalla parte del pulpito: poi voltando le sedie al momento giusto ci si trovava davanti a tutti); quando cominciava la predica noi con rapidi spostamenti della sedia, uno io uno Guido uno io uno Guido, andavamo a finire a ridosso del pulpito. Così però si terminava sempre alla pari, e dovemmo perciò cercare un altro indice di devozione; infine pensammo di contare gli sputi di don Bernardo che ricevevamo sul viso. Ascoltavamo la predica attenti alle piccole faville che volteggiavano dal pulpito: don Bernardo parlava con calore e sputava molto, e noi ci annunciavamo sottovoce i bersagli. «Diciassette-diciotto, diciannove . «Diciotto, diciannoveventi . Era proibito asciugarsi, perché l avversario potesse controllare. Non so se alla fine del mese fossi in testa io o Guido, ma dev essere stata una vittoria di misura, eravamo entrambi molto devoti in quel periodo. 11 Jànua-céli: porta del cielo (in latino Ia- nua Coeli, uno dei titoli attribuiti alla Madonna nelle litanie). 12 fioretti di maggio: cerimonie con offerte di fiori alla Madonna che si svolgono nel mese di maggio (che nel calendario liturgico cattolico è il mese dedicato a Maria). Le parole valgono litania Nella liturgia cattolica, la litanìa è un invocazione, in forma di supplica, a Dio, alla Madonna, agli angeli e ai santi, consistente di solito in una formula pronunciata dall officiante (per esempio «Madre di Dio ), alla quale i fedeli rispondono con un altra formula («Pre- ga per noi ). In senso figurato la parola indica una lunga serie o un lungo elenco: una litania di nomi, di titoli, o anche, e più profanamente, una litania di imprecazioni. Si può usare la parola litania per indicare anche una lamentela ripetitiva, insistente e noiosa. Inventa una frase che contenga il vocabolo in tale accezione. DENTRO IL TESTO I peccati dei ragazzi I contenuti tematici Gli atti impuri di cui si parla nel brano sono i primi giocosi contatti tra bambini e bambine: comportamenti in realtà privi di malizia, ma che la tradizionale prudenza degli adulti e una certa educazione religiosa tendono a proibire. Per i ragazzi di Malo si tratta di peccati gravi, che bisogna quindi confessare. considerato peccato grave anche parlare male del clero, ma quando Mino, amico del narratore, riferisce al sacerdote la frase utilizzata per offendere i preti (Aveva detto che i preti sono bai da tabacco, r. 68), questi, anziché indignarsi, scoppia in una fragorosa risata, evidentemente divertito dall inattesa espressione colorita. 616 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

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Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi