Il magnifico viaggio - volume 6

L abbrutimento della povertà ciò che accade appunto ad Agostino, il protagonista del romanzo breve La malora (1954): viene preso a contratto, per servire alla cascina del Pavaglione. Il padrone è un uomo della Bassa Langa che al mercato di Alba, prima di sceglierlo, gli «ha tastato le braccia e misurato a spanne la schiena come se fosse una bestia da soma. Nell opera una scena in particolare mostra la miseria dei personaggi, quella del pranzo e della cena costituiti sempre dalla solita polenta, come racconta Fenoglio, «da insaporire a turno contro una acciuga che pendeva per un filo dalla travata , e che veniva ancora strofinata per diversi giorni anche dopo che «l acciuga non aveva più nessuna forma di acciuga , mentre il capofamiglia si sporgeva sulla tavola per picchiare «chi strofinava più dell onesto . Violenza e alienazione L altra faccia della povertà per come è rappresentata nella Malora, ma anche in alcuni racconti dei Ventitre giorni della città di Alba e di Un giorno di fuoco è costituita dalla violenza, che spesso diventa, paradossalmente, una modalità comunicativa, l unica possibile in questo mondo di uomini duri come la terra che abitano e soprattutto di poche parole: in una condizione di vita ridotta all essenziale, anche le parole possono sembrare un lusso, così che le reazioni sono per lo più soltanto fisiche. D altra parte la violenza è una risposta istintiva all alienazione di cui sono vittime queste persone, sfruttate per il lavoro come se fossero macchine: specialmente le donne, che però non si ribellano con i gesti eclatanti degli uomini, subendo invece la propria sorte senza lamentarsi, sino a quando si fermano logore e sfinite. Un racconto dall interno Le condizioni materiali ed esistenziali che Fenoglio descrive sono quelle da lui in parte sperimentate prima e dopo la guerra partigiana. Pur migliorata rispetto a quella degli anni attorno al 1920 (nei quali è ambientata La malora), la situazione nell Alta Langa era ancora lontana dal poter essere considerata accettabile. Ed è forse proprio per la sua conoscenza diretta che Fenoglio riesce a offrire una rappresentazione credibile di quel mondo, che egli guarda dall interno e in modo oggettivo, senza filtrarlo cioè attraverso suggestioni mitiche, simboliche o memoriali come accadeva invece al conterraneo Pavese. questo un dato che venne colto ma come aspetto negativo già da Vittorini, il quale accompagnò il libro con un polemico risvolto di copertina, che metteva in guardia «questi giovani scrittori dal piglio moderno e dalla lingua facile da una narrazione costruita per «spaccati e «fette di vita, «senza saper farne il simbolo di storia universale . Fenoglio ne fu contrariato e, sebbene l amicizia con Calvino (testimoniata anche da un significativo carteggio) restasse solida, da quel momento i rapporti con la casa editrice Einaudi si fecero più difficili. RAPPRESENTAZIONE REALISTICA DELLA VITA CONTADINA DAI TEMI ai testi: T2 > p. 579 povertà violenza alienazione attenzione sia alla dimensione materiale sia a quella esistenziale L AUTORE / BEPPE FENOGLIO / 569

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi