2 - La Resistenza impossibile

L esito della sua vicenda esistenziale non può essere, dunque, che l isolamento e la solitudine. Quando l ultima illusione, quella sentimentale, cade miseramente, rimane solo la disperazione: motivi, questi, presenti in molte liriche delle ultime due raccolte poetiche, La terra e la morte (1945-1946) e Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (1950). PAVESE POETA-NARRATORE DAI TEMI ai testi: T1 > p. 537 T2 > p. 540 aspirazione a un intima comunicazione con sé stesso e con gli altri ritorno ai luoghi mitici dell infanzia condivisione di cause sociali e politiche tentativi di allacciare rapporti sentimentali fallimento disperazione | 2 | La Resistenza impossibile Un impegno volontaristico Nel 1947 Pavese pubblica il suo romanzo più neorealista, Il compagno. Come per rispondere alle sollecitazioni che venivano agli intellettuali nel fervore politico del dopoguerra, egli scrive una storia incentrata su un eroe positivo che acquisisce, nel corso della vicenda, una precisa coscienza di classe. In questo romanzo il tema dell impegno politico suona però volontaristico e programmatico, come se Pavese sentisse il bisogno di giustificare, attraverso una vicenda d invenzione, la propria scelta di campo. Appare schematica, per esempio, la contrapposizione tra proletari buoni e borghesi cattivi. Il compagno riflette così «la stessa contraddizione di fondo dell adesione di Pavese al Partito comunista, un adesione tutta sentimentale e umanistica che, venuti meno l entusiasmo e la fiducia dei primi tempi, lo stesso scrittore lascerà a poco a poco cadere fino al definitivo distacco (Tondo). La fuga dalle responsabilità Effettivamente l impegno politico diretto è intimamente estraneo a Pavese. In tal senso appare assai più sincera e credibile l ispirazione del romanzo La casa in collina (scritto tra il settembre del 1947 e il febbraio del 1948 e pubblicato nel 1949), in cui il protagonista Corrado (questa volta un vero alter ego dello scrittore) sceglie, per così dire, di non scegliere: di fronte al coinvolgimento diretto, anche a rischio della vita, di molti suoi amici, egli decide di mettersi al riparo dai pericoli, rifugiandosi in un luogo appartato e sicuro. Non si tratta soltanto di mancanza di coraggio o di pusillanimità, quanto di un intima incapacità di aderire idealmente alle motivazioni politiche che spingono gli altri alla lotta. Ai suoi occhi la tragicità del conflitto riguarda tutte le diverse fazioni in campo: per lui non esistono motivi sufficienti a giustificare la violenza sull uomo. Scrive infatti in una delle pagine più significative del romanzo: «Ogni guerra è una guerra civile . Tuttavia, alla fine del libro, quando è rimasto ormai l unico fra i compagni a non avere preso parte al conflitto, il protagonista comprende che nella vita non ci si può isola- L AUTORE / CESARE PAVESE / 531

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi