CONSONANZE CONTEMPORANEE - Mattia Signorini - Come si

CONSONANZE CONTEMPORANEE Mattia Signorini COME SI GUARDA UN PADRE Il conflitto tra padri e figli è uno dei grandi temi della narrativa contemporanea, e ha stimolato la fantasia non solo di classici come Svevo o Tozzi, ma anche degli scrittori delle ultime generazioni. Tra questi, il veneto Mattia Signorini (n. 1980), che in un romanzo di qualche anno fa, Ora (2013), si confronta con il turbamento della memoria e con la violenza dei ricordi. Ettore, il protagonista, torna al paese natale per vendere la casa dei genitori, scomparsi un anno prima in un incidente stradale. l occasione per un bilancio esistenziale, che lo obbliga a confrontarsi con le ragioni del suo distacco, con i conflitti interni alla famiglia d origine, con una figura paterna prima, nell infanzia, mitizzata, e poi, a partire dall adolescenza, messa in discussione e infine rifiutata. Odiava le fissazioni che aveva suo padre. Su tutto. Le stupide regole con cui aveva imbrigliato la sua vita e quella di Claudia.1 Le sue urla rabbiose quando non facevano quello che voleva. Quando erano piccoli, era il suo unico eroe. La persona che aveva sempre una risposta pronta a qualsiasi domanda. Gli saliva sulle ginocchia appena tornava dal lavoro e lui se lo metteva in spalla. «Avrà un grande futuro questo bambino gli diceva. Lo ripeteva sempre, sia a lui che a Claudia. Le cose erano iniziate a cambiare con i primi anni delle superiori, prima con l impercettibilità di minuscole variazioni, poi sempre più velocemente. Da eroe si era trasformato in un uomo come tanti altri, intrappolato in un lavoro che Ettore non riusciva a stimare. Perché suo padre non era un avvocato, o un medico, come quelli di alcuni suoi amici? Perché abitavano in un posto pieno di niente e non almeno nella città vicina? Aveva iniziato a pensare che in casa facesse la voce grossa perché in realtà fuori non lo ascoltava nessuno. Per quello sentiva il bisogno di fare il predicatore, per sfogare le sue frustrazioni. E quindi eccolo il suo Vangelo personale, che doveva diventare quello di tutti loro. Cenare insieme. Tornare a casa presto il sabato sera e arrivare freschi a messa la domenica mattina. Credere nel Dio in cui ti hanno insegnato a credere. Non fare mai troppe domande. Arrabbiarsi contro tutto ciò che non si capisce. Aspettarsi dal proprio figlio un lavoro vicino a casa. Una famiglia. Dei nipoti. E poi magari morire a novant anni senza mai essere usciti da quel buco di posto in cui abitavano. Non si ricordava quand era cominciata. Sapeva solo che un giorno aveva iniziato a dirgli di no. No, papà. E l eroe, che ormai si era già trasformato in un semplice uomo, non era riuscito ad accettarlo. Ad accettare che suo figlio, di punto in bianco, mettesse in discussione ogni cosa che diceva. L avrebbe raddrizzato, quel ragazzino. Gli avrebbe urlato allo sfinimento che la vita era quella, e nessun altra, fino a quando non se lo fosse stampato bene in testa. E la volta in cui non poteva più sopportare un altro no, lo aveva colpito. Un pugno, con tutta la forza che quell uomo sentiva in corpo, perché lui aveva solo quella, di famiglia, e non l avrebbe fatta di certo andare a puttane per uno stronzetto che a diciotto anni si credeva già un uomo fatto. A costo di dovergliela spaccare, quella faccia, suo figlio sarebbe tornato in carreggiata. Ettore aveva battuto la testa contro il muro della cucina e la vista, per un attimo, gli si era offuscata. Le gambe erano diventate molli e non riuscivano più a tenerlo in piedi. Si era lasciato scivolare a terra e aveva sentito suo padre dirgli: «Cosa fai adesso, piangi? Guardati, sei solo un ragazzino. Vuoi fare l uomo e non sai nemmeno cosa voglia dire . L affondo di quelle parole gli aveva fatto più male del dolore fisico. Come se una lama fredda gli avesse reciso un pezzo di anima. Ettore non era più riuscito a trattenersi, e aveva capito che quelle che gli rigavano il viso non erano certo le lacrime di un uomo. Quell età, quella vita, gli facevano schifo. Se ne sarebbe andato. Una volta per tutte. Così gliel avrebbe fatto vedere il suo coraggio. Anche a sua madre, che restava lì imbambolata come un ippopotamo. E Claudia un giorno verrà con me, aveva pensato. (Mattia Signorini, Ora, Marsilio, Venezia 2013) 1 Claudia: la sorella di Ettore. PER DISCUTERNE Quale idea della vita emerge dal personaggio del padre di Ettore? E perché quest ultimo la rifiuta? In base alla tua esperienza personale e/o all osservazione della realtà che ti circonda, ritieni che questa conflittualità tra genitori e figli sia ancora una costante nella nostra società? In che modo è possibile trovare un equilibrio tra le legittime richieste dei genitori e il comprensibile desiderio di libertà dei figli? Discutine con i compagni. IL GENERE / LA NARRATIVA ITALIANA DEL PRIMO NOVECENTO / 399

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi