T8 Basta! (E. Lussu)

L operazione-verità Il criterio fondamentale che guida ora la rappresentazione è la verità, da afferrare se necessario con tragica impassibilità. Descrivere significa fare un atto di denuncia: contro la falsità delle parole che ingentiliscono ed edulcorano l essenza della guerra; contro gli ufficiali di carriera, disumani e incapaci di guidare le proprie truppe; contro i politici, additati come i principali responsabili di un massacro che tocca soltanto gli umili, vittime di un eccidio che si presenta con precisi connotati di classe, infierendo soprattutto sui soldati semplici. Il più significativo documento di tale visione realistica si trova in Un anno sull Altipiano, un libro auto- biografico di memorie scritto dal sardo Emilio Lussu (1890-1975) e pubblicato a Parigi nel 1938, quando l autore, antifascista, si trova in esilio in Francia, dove ha dato vita, insieme ad altri fuoriusciti, al movimento Giustizia e Libertà . Riportiamo uno dei brani più drammatici: prima di andare all assalto, due soldati si suicidano, sparandosi con i loro fucili. Subito dopo anche per gli altri inizia l inevitabile massacro; nella battaglia risuonano gli inutili e cinici incitamenti dei superiori, come il generale, «deciso ad assistere, fino alla fine, al supplizio dei condannati . Ferma la carneficina solo l intervento di un cappellano austriaco, che esorta gli italiani a non farsi uccidere inutilmente. Basta! / T8 / Emilio Lussu 5 10 15 20 Il cannone aveva ottenuto, per solo risultato, la ferita del puntatore1 e del tenente. I guastatori2 erano caduti tutti. Ma l assalto doveva aver luogo egualmente. Il generale3 era sempre là, come un inquisitore, deciso ad assistere, fino alla fine, al supplizio dei condannati. Mancavano pochi minuti alle 9. Il battaglione era pronto, le baionette innestate. La 9a compagnia era tutta ammassata attorno alla breccia dei guastatori. La 10a veniva subito dopo. Le altre compagnie erano serrate, nella trincea e nei camminamenti4 e dietro i roccioni che avevamo alle spalle. Non si sentiva un bisbiglio. Si vedevano muoversi le borracce di cognac. Dalla cintura alla bocca, dalla bocca alla cintura, dalla cintura alla bocca. Senza arresto, come le spolette5 d un grande telaio, messo in movimento. Il capitano Bravini aveva l orologio in mano, e seguiva, fissamente, il corso inesorabile dei minuti. Senza levare gli occhi dall orologio gridò: «Pronti per l assalto! . Poi riprese ancora: «Pronti per l assalto! Signori ufficiali, in testa ai reparti! . Il sergente dei guastatori ferito continuava a gridare: «Avan . Gli occhi dei soldati, spalancati, cercavano i nostri occhi. Il capitano era sempre chino sull orologio e i soldati trovarono solo i miei occhi. Io mi sforzai di sorridere e dissi qualche parola a fior di labbra; ma quegli occhi, pieni di interrogazione e di angoscia, mi sgomentarono. «Pronti per l assalto! ripeté ancora il capitano. Di tutti i momenti della guerra, quello precedente l assalto era il più terribile. L assalto! Dove si andava? Si abbandonavano i ripari e si usciva. Dove? Le mitragliatrici, tutte, sdraiate sul ventre imbottito di cartucce, ci aspettavano. Chi non ha conosciuto quegli istanti, non ha conosciuto la guerra. 1 puntatore: nella tecnica militare, chi è incaricato del puntamento di un arma. 2 guastatori: soldati impiegati nell attacco di opere fortificate. 3 Il generale: è il generale Leone, coman- dante della brigata, tipico esempio di capo fanatico e sprezzante nei confronti dei sottoposti. 4 camminamenti: fossati per collegare diversi punti delle trincee e sottrarre il movimento degli uomini alla vista e al fuoco del nemico. 5 spolette: strumenti di legno usati per la tessitura. PERCORSI NEL 900 / LETTERATURA E GRANDE GUERRA / 217

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi