Il magnifico viaggio - volume 6

Glossario / dovunque si riposa; / tal risonò moltiplice / la voce dello Spiro (A. Manzoni, Pentecoste, vv. 41-46). Oppure può risolversi tutta nel giro di una frase (per es., fu trattato come un cane ); in forma ancora più concentrata si riduce alla metafora , mentre la soppressione del come o di ogni altro nesso, cioè l identificazione di un termine con l altro, dà luogo all analogia . Esempio: «con tortiglioni neri di fumo, questo però pecioso e crasso come d un arrosto infernale [ ] o intrefolarsi come un pitone nero su di se stesso (C.E. Gadda, Accoppiamenti giudiziosi, L incendio di via Keplero). Sincope In linguistica, caduta di un suono o di un gruppo di suoni all interno di una parola (per es., l ital. verde dal lat. viridis, con sincope della vocale -iinterna; spirto per spirito). Sineddoche Figura retorica che risulta da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo avere mentalmente associato due realtà differenti ma dipendenti o contigue logicamente o fisicamente, si sostituisce la denominazione dell una a quella dell altra. La relazione tra i due termini coinvolge aspetti quantitativi, cioè i rapporti parte-tutto (una vela per la barca), singolare-plurale (lo straniero per gli stranieri), genere-specie (i mortali per gli uomini), materia prima-oggetto prodotto (un bronzo per una scultura in bronzo). Esempi: «Quando vi mettete a fare tutti quei figliuoli non ci pensate che son tante bocche che mangiano? (G. Verga, Il reverendo); «con la congestione / delle sue mani (G. Ungaretti, Veglia, vv. 8-9). Sinestesia Nel linguaggio della stilistica e della semantica, particolare tipo di metafora per cui si uniscono in stretto rapporto due parole che si riferiscono a sfere sensoriali diverse (colore squillante, voce calda); quando l accostamento tende a ripetersi (per contingenze storico-culturali e stilistiche) può determinarsi un mutamento semantico e nascere una nuova accezione della parola (il latino clarus, etimologicamente appartenente alla sfera sensoriale audi- 1012 tiva, è passato alla sfera visiva sia nel latino classico sia nelle lingue romanze, dove, a partire dal linguaggio musicale, ha nuovamente assunto un accezione acustica, come in suoni chiari , voce chiara ). Esempi: «Fresche le mie parole ne la sera (G. d Annunzio, La sera fiesolana, v. 1); «Ascolta tra i palmizi il getto tremulo / dei violini (E. Montale, Arsenio, vv. 24-25). Sintagma Unità sintattica di varia complessità e autonomia, di livello intermedio tra la parola e la frase; in particolare, con riferimento alla categoria grammaticale, si distinguono s. nominali, verbali, aggettivali, preposizionali. Sirma (o sirima) La seconda parte della strofa nella canzone, collegata con la prima parte, o fronte, da un verso chiamato chiave; è per lo più divisa in 2 volte , di uguale numero di versi ciascuna. Il termine è stato anche usato per indicare la seconda parte del sonetto (le 2 terzine ), e la volta della ballata . Soliloquio L atto di parlare tra sé, di esprimere a voce più o meno alta i propri pensieri pur sapendo che non vi è nessun interlocutore o ascoltatore. Sonetto Composizione metrica (dal francese antico sonet, canzone , canzonetta ) di carattere prevalentemente lirico, composta di 14 versi (quasi sempre endecasillabi nella letteratura italiana), distribuiti in 2 quartine e 2 terzine , con rime disposte secondo precisi schemi. Nel suo schema originario il s. si compone di una prima parte costituita da 8 endecasillabi rimati alternativamente ABABABAB e di una seconda parte costituita da 6 endecasillabi rimati CDECDE o CDCDCD. Lo schema originario subì presto modificazioni. Nella prima parte prevalse, verso la fine del XIII sec., la forma a rime incrociate ABBA ABBA. Nelle terzine vigeva maggiore libertà. Il s. fu un componimento aperto a temi di varia natura, amorosi, morali, politici, artistici, polemici. Con Petrarca il s. si pose sul piano della canzone come grande metro della poesia lirica, e tale resto per tutto il XVI sec. Stanza Nella metrica italiana, altro nome della strofa d una canzone, anche come componimento a sé stante; talora, sinonimo di ottava: le s. di Ariosto, di Tasso; e come titolo: Stanze per la giostra di A. Poliziano. Questo significato, che si ricollega direttamente all accezione originaria (di fermata ), deriva dal fatto che la strofa o l ottava, racchiudendo un senso compiuto, comporta alla sua fine una pausa, un riposo, che ne costituisce la caratteristica. Suspense Stato di apprensione e di ansiosa attesa con cui si segue l evolversi di situazioni, soprattutto di opere narrative, teatrali, cinematografiche e televisive, ricche di drammaticità e di imprevisti, e dall esito incerto. Anche, la situazione e il momento di un film, di un racconto ecc., capaci di suscitare uno stato di ansiosa incertezza e di attesa spasmodica, di tenere con il fiato sospeso. T Terzina Strofa di 3 versi (detta anche terzetto), che s incontra, per es., nel madrigale e nel sonetto . Come metro a sé (detto anche terza rima), si compone di 3 endecasillabi , di cui il 1° rima con il 3°, mentre il 2° dà la rima al 1° e al 3° della t. seguente; la serie si chiude con un verso che rima con il 2° dell ultima t. (ABA BCB YZY Z); usata per la prima volta da Dante, è detta anche t. dantesca. Topos Luogo comune, motivo ricorrente, in un opera, nella tematica di un autore o di un epoca. Plurale topoi. V Volta Nella metrica italiana, ciascuno dei due periodi ritmici in cui si può dividere la sirma della canzone. Nella ballata , il terzo periodo della stanza , che è conforme alla ripresa

Il magnifico viaggio - volume 6
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi