I SAPERI FONDAMENTALI

I SAPERI FONDAMENTALI

LA SINTESI

LA VITA

Giorgio Caproni nasce a Livorno nel 1912, in una famiglia piccolo-borghese che, dopo un periodo di difficoltà economiche, nel 1922 si trasferisce a Genova. Nel 1935 si diploma da privatista all’Istituto magistrale e inizia a insegnare alle scuole elementari di Rovegno. Nel 1936 pubblica la prima raccolta di poesie Come un’ allegoria; la morte della fidanzata, avvenuta nello stesso anno, getta Caproni in una crisi psicologica. Due anni dopo sposa Rosa Rettagliata e si trasferisce a Roma, dove vive per il resto della vita. A Roma stringe rapporti intellettuali e d’amicizia con il critico Giacomo Debenedetti e i poeti Carlo Betocchi, Attilio Bertolucci, Camillo Sbarbaro, Pier Paolo Pasolini.
Oltre all’insegnamento e al lavoro poetico, traduce importanti autori francesi e collabora con riviste letterarie. Dagli anni Ottanta la sua opera viene sempre più apprezzata: riceve riconoscimenti e premi, viene insignito della laurea honoris causa in Lettere all’Università di Urbino e la città di Genova gli conferisce la cittadinanza onoraria. Muore a Roma nel 1990.

LE OPERE

La poesia di Giorgio Caproni è fortemente autobiografica e ruota intorno agli affetti più cari e alle tematiche esistenziali. Ricorrenti nei suoi versi sono i luoghi che ha amato, e in particolare le due città di mare che hanno rappresentato dei “passaggi” fondamentali nella sua vita: Livorno, luogo dell’infanzia e delle origini, e Genova, che simboleggia il luogo della formazione umana e culturale. Sullo sfondo di Livorno emerge la figura della madre, solare, umile, e dolorosamente rimpianta, a cui dedica i Versi livornesi (riuniti nella raccolta del 1959 Il seme del piangere). Alla figura femminile centrale della madre si affiancano quelle delle altre due donne trasfigurate nei suoi componimenti: Olga, la fidanzata morta prematuramente, fantasma che rievoca una stagione sensuale, a cui dedica i Sonetti dell’anniversario (confluiti nella raccolta del 1943 Cronistoria), e la moglie Rosa/Rina, che incarna le gioie e gli affanni dell’amore coniugale, presente nell’ultima raccolta, Res amissa (1991).
Un altro tema ricorrente è quello del viaggio, come allegoria della vita umana; Caproni affronta questo tema nei poemetti contenuti in Congedo del viaggiatore cerimonioso & altre prosopopee (1965), in balia di una crisi religiosa che rende più acuta la sua riflessione sul senso della vita e della morte.
La poesia di Caproni si forma nell’ambito dell’Ermetismo e del vocianesimo ligure (Camillo Sbarbaro, Giovanni Boine); lo stile è medio e la lingua si colloca tra la colloquialità e il tono letterario.
Attraverso la sua scrittura Caproni instaura un dialogo diretto con il lettore, comunicando, con grande chiarezza, la sua complessa visione esistenziale.

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LE PAROLE CHIAVE

Mare
«Con Roma, anche se ci vivo da anni e non so staccarmene, non lego molto: non è il mio ambiente, manca il paesaggio industriale a me tanto caro, manca il porto, mancano le navi.» Così si esprimeva Giorgio Caproni. Da Livorno a Genova: le città della prima parte della vita del poeta hanno in comune il mare, che non a caso è uno degli scenari prediletti della sua prima produzione. Non solo il mare in sé, ma anche gli ambienti delle città di mare: i grandi spazi, i porti, le strade, le piazze, i caffè di queste città che sul mare si affacciano.

Viaggio
Il viaggio, con la sua valenza metaforica e allegorica, è uno dei motivi portanti della poesia di Caproni. Che si compia per terra o per mare, in uno scompartimento ferroviario oppure nello spazio quotidiano di una funicolare, il viaggio compiuto dall’autore, come quello effettuato da Dante o da Enea, è l’immagine della vita, del «cammin di nostra vita» – appunto – di dantesca memoria.

Colloquialità
Come aveva fatto prima di lui, all’inizio del Novecento, un altro importante poeta, Guido Gozzano, anche Caproni sceglie per le sue liriche uno stile colloquiale, terso, trasparente. Fortemente legato alla tradizione letteraria italiana, nella sua produzione iniziale giunge a esiti di “cantabilità” tramite l’utilizzo di versi brevi e a volte persino della canzonetta; in seguito adotta forme “chiuse” come il sonetto e la stanza; infine, nelle ultime raccolte, mette in discussione le forme metriche tradizionali, fino a una loro dismissione. Mantenendo sempre, però, un’attitudine alla comunicatività.

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi