Il magnifico viaggio - volume 2

Glossario smo e in paragone con un altro, mediante la congiunzione come o i nessi così come , tale quale , come tale ecc.; può avere forma estesa, e in tal caso consta di una prima parte in cui si descrive la cosa presa come confronto, e di una seconda parte in cui si passa all applicazione. Esempio: «Come la luce rapida / piove di cosa in cosa, / e i color vari suscita / dovunque si riposa; / tal risonò moltiplice / la voce dello Spiro (A. Manzoni, Pentecoste, vv. 41-46). Oppure può risolversi tutta nel giro di una frase (per es., fu trattato come un cane ); in forma ancora più concentrata si riduce alla metafora , mentre la soppressione del come o di ogni altro nesso, cioè l identificazione di un termine con l altro, dà luogo all analogia . Esempio: «Quali dal vento le gonfiate vele / caggiono avvolte, poi che l alber fiacca / tal cadde a terra la fiera crudele (Dante, Inferno, VII, 13-15). Sincope In linguistica, caduta di un suono o di un gruppo di suoni all interno di una parola (per es., l ital. verde dal lat. viridis, con sincope della vocale -i- interna; spirto per spirito). Sineddoche Figura retorica che risulta da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo avere mentalmente associato due realtà differenti ma dipendenti o contigue logicamente o fisicamente, si sostituisce la denominazione dell una a quella dell altra. La relazione tra i due termini coinvolge aspetti quantitativi, cioè i rapporti parte-tutto (una vela per la barca), singolare-plurale (lo straniero per gli stranieri), genere-specie (i mortali per gli uomini), materia prima-oggetto prodotto (un bronzo per una scultura in bronzo). Sinestesia Nel linguaggio della stilistica e della semantica, particolare tipo di metafora per cui si uniscono in stretto rapporto due parole che si riferiscono a sfere sensoriali diverse (colore squillante, voce calda); quando l accostamento tende a ripetersi (per contingenze storico-culturali e stilistiche) può determinarsi un mutamento semantico e nascere una nuova accezione della parola (il latino clarus, etimologicamente appartenente alla sfera sensoriale auditiva, è passato alla sfera visiva sia nel latino classico sia nelle lingue romanze, dove, a partire dal linguaggio musicale, ha nuovamente assunto un accezione acustica, come in suoni chiari , voce chiara ). Esempio: «Non vi ster molto, ch un lamento amaro / l orecchie d ogni parte lor feriva (L. Ariosto, Orlando furioso, XXIII, ott. 44). Sirma (o sirima) La seconda parte della strofa nella canzone , collegata con la prima parte, o fronte , da un verso chiamato chiave ; è per lo più divisa in 2 volte , di uguale numero di versi ciascuna. Il termine è stato anche usato per indicare la seconda parte del sonetto (le 2 terzine ), e la volta della ballata . Sonetto Composizione metrica (dal francese antico sonet, canzone, canzonetta ) di carattere prevalentemente lirico, composta di 14 versi (quasi sempre endecasillabi nella letteratura italiana), distribuiti in 2 quartine e 2 terzine , con rime disposte secondo precisi schemi. Nel suo schema originario il s. si compone di una prima parte costituita da 8 endecasillabi rimati alternativamente ABABABAB e di una seconda parte costituita da 6 endecasillabi rimati CDECDE o CDCDCD. 608 Lo schema originario subì presto modificazioni. Nella prima parte prevalse, verso la fine del XIII sec., la forma a rime incrociate ABBA ABBA. Nelle terzine vigeva maggiore libertà. Il s. fu un componimento aperto a temi di varia natura, amorosi, morali, politici, artistici, polemici. Con Petrarca il s. si pose sul piano della canzone come grande metro della poesia lirica, e tale restò per tutto il XVI sec. Stanza Nella metrica italiana, altro nome della strofa d una canzone , anche come componimento a sé stante; talora, sinonimo di ottava : le s. di Ariosto, di Tasso; e come titolo: Stanze per la giostra di A. Poliziano. Questo significato, che si ricollega direttamente all accezione originaria (di fermata ), deriva dal fatto che la strofa o l ottava, racchiudendo un senso compiuto, comporta alla sua fine una pausa, un riposo, che ne costituisce la caratteristica. T Tenzone Disputa poetica in uso nella letteratura medievale, di origine provenzale. Nella lirica provenzale, infatti, si designò con tensò uno scambio di strofe o di poesie che due poeti si indirizzavano in forma polemica, a volte in tono di elegante e dotta discussione, altre volte con acredine personale, su argomenti vari (amorosi, morali, politici). Probabilmente iniziò come uno scambio di poesie intere, ma presto si preferì un dialogo a strofe alternate, sicché si ebbe un unico componimento dovuto alla collaborazione di due poeti: forma questa divenuta la più regolare dopo la metà del XII sec. In molti casi l intera t. era opera di un solo poeta, che si fingeva in polemica con altri. S impegnarono in t., tra i meridionali, Giacomo da Lentini, I. Mostacci, Pier delle Vigne e, tra i toscani e gli Stilnovisti, Guittone d Arezzo, G. Cavalcanti, Cino da Pistoia ecc. Notevole è la t. (3 coppie di sonetti) tra Dante e il suo amico Forese Donati. Terzina Strofa di 3 versi (detta anche terzetto), che s incontra, per es., nel madrigale e nel sonetto . Come metro a sé (detto anche terza rima), si compone di 3 endecasillabi , di cui il 1° rima con il 3°, mentre il 2° dà la rima al 1° e al 3° della t. seguente; la serie si chiude con un verso che rima con il 2° dell ultima t. (ABA BCB YZY Z); usata per la prima volta da Dante, è detta anche t. dantesca. Topos Luogo comune, motivo ricorrente, in un opera, nella tematica di un autore o di un epoca. Plurale topoi. V Volta Nella metrica italiana, ciascuno dei due periodi ritmici in cui si può dividere la sirma della canzone . Nella ballata , il terzo periodo della stanza , che è conforme alla ripresa .

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento