Il magnifico viaggio - volume 2

60 8 «Dunque ove tu, Signor, di mille rivi sanguinosi il terren lasciasti asperso, d amaro pianto almen duo fonti vivi in sì acerba memoria oggi io non verso? Agghiacciato mio cor, ché non derivi per gli occhi e stilli in lagrime converso? Duro mio cor, ché non ti spetri e frangi? Pianger ben merti ognor, s ora non piangi . 58 asperso: cosparso. 60 acerba memoria: doloroso ricordo. 61 derivi: sgorghi. 62 converso: mutato, sciolto. 63 ché non ti spetri e frangi?: perché non perdi la durezza di pietra (quindi ti com- muovi) e non ti spezzi? 64 merti: meriti. DENTRO IL TESTO Una schiera di pellegrini Una cerimonia collettiva di stile controriformistico La tecnica retorica per esprimere la commozione dei crociati I contenuti tematici l inizio del terzo canto. Tasso, che in precedenza aveva descritto il campo pagano, si concentra ora su quello cristiano, facendo precedere la narrazione da una simbolica visione dell aurora che nasce, oltre che all orizzonte, nell animo trepidante dei soldati (ott. 1). Il viaggio dei crociati verso Gerusalemme, più che la marcia di un esercito, appare come un pellegrinaggio di fedeli. Fugati i dubbi e le incertezze dalla lungimirante prudenza di Goffredo (il cui comportamento si rivela da subito un accorto connubio di complice dolcezza e ferma autorevolezza), essi non riescono a trattenere l emozione al cospetto della città santa. A piedi scalzi, in atto d umiltà, i cristiani piangono, pregando in un misto di felicità e contrizione. David Roberts, La torre di David, 1855. Londra, The Print Collector. Il loro comportamento dinanzi al Santo Sepolcro non deve sorprendere: Tasso immagina che ciascuno di essi, come se stesse espiando i propri peccati, intensifichi il pentimento al pensiero di trovarsi realmente nel luogo della passione di Cristo. Il pianto è una reazione doverosa: Pianger ben merti ognor, s ora non piangi (v. 64), come a dire che chi ha il cuore troppo duro per non provare rimorso non può meritare la benedizione divina ed è giustamente condannato alla dannazione eterna. Siamo in presenza di una sensibilità religiosa tipicamente controriformistica: la devozione autentica è infatti esibita in una scena penitenziale caratterizzata da una certa teatralità. Le scelte stilistiche Fra le stanze presentate, particolarmente significativa sul piano retorico, oltre che contenutistico, è la terza. L apparizione di Gerusalemme è infatti resa con grande efficacia emotiva dalla ripetizione concitata di ecco e poi del nome di Gierusalemme (entrambi per tre volte, e nei vv. 21-24 in perfetto parallelismo), quindi dall ossimoro tacite parole (v. 41), che esprime lo stato d animo dei soldati, sospeso tra esultanza e reverenza. Tasso riesce in tal modo a vivificare la scena narrata e a rendere il pathos collettivo dei crociati, la cui descrizione è ispirata a un analogo modulo stilistico-narrativo presente in Virgilio, nel passo in cui Enea e i troiani avvistano all alba l Italia («E già messe in fuga le stelle l aurora rosseggiava, quando vediamo lontano i colli oscuri e l Italia umile: Italia per primo grida Acate, Italia con gioioso clamore salutano i compagni , Eneide, III, 521-524). 536 / L ET DELLA CONTRORIFORMA E DEL MANIERISMO

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento