Il magnifico viaggio - volume 2

Goffredo, ambasciatore di Dio nella lotta contro Satana D altra parte, nell uniformarsi alla tradizione del poema epico classico, Tasso concentra in via preliminare l attenzione su un protagonista unico: la coppia oppositiva «l arme, gli amori presente nel verso iniziale dell Orlando furioso e tipica del romanzo cavalleresco lascia spazio all eroe e alla prospettiva esclusiva della sua azione (Molto egli oprò, v. 3) e del suo sacrificio (molto soffrì, v. 4). L artefice della grande impresa celebrata nel poema è Goffredo di Buglione, definito capitano: un appellativo militare messo in risalto dalla collocazione nel primo verso e in rima, ed estraneo al linguaggio epico. A lui spetta il compito di combattere le forze infernali del Male, terribili ma destinate alla sconfitta (Tasso sottolinea per ben due volte, con in van in vano, v. 5, quanto sia inutile la loro ostilità). Per raggiungere lo scopo (il glorioso acquisto, v. 4), Goffredo ha dovuto riportare sulla retta via i cristiani fuorviati e dispersi: il riferimento ai compagni erranti (v. 8) implica un altro elemento di novità rispetto al poema cavalleresco rinascimentale (l errare qui contiene il significato morale di cadere nella colpa e nell errore, smarrendosi dietro a valori effimeri), e permette all autore di caratterizzare l architettura ideologica dell opera, sin dalla prima ottava, opponendo il Bene al Male, il Cielo all Inferno, la retta via alla perdizione. La Musa cristiana La seconda ottava contiene, come da tradizione, l invocazione alla Musa. Non si tratta però di una delle nove Muse della classicità, dispensatrici di caduchi allori (v. 9), cioè di una gloria fugace. Tasso si rivolge infatti alla Musa celeste della poesia cristiana, che simboleggia l ispirazione divina. A lei, che infonde verità e dispensa immortalità, il poeta chiede perdono per aver intrecciato alla verità storica ornamenti poetici (fregi, v. 15). Essendo un poeta e non uno storico, egli intende promuovere l alta finalità morale della propria opera senza rinunciare alla libertà d invenzione, necessaria per incontrare il gusto del lettore evitando di annoiarlo. Rendere accattivante la storia così Tasso si giustifica nella terza ottava permette infatti di attrarre anche gli animi più refrattari agli insegnamenti morali e di rendere gradevole la verità della fede con forme e argomenti che assicurano il diletto quali il meraviglioso, l avventura, l amore. Tale considerazione, in linea con i princìpi teorici esposti nei Discorsi, è ispirata da Orazio (il quale nell Arte poetica sosteneva la necessità di fondere il dolce con l utile) e giustificata attraverso il riferimento alle dolci essenze che si cospargono sull orlo del bicchiere contenente la medicina, immagine che Tasso riprende da famosi versi del De rerum natura del poeta latino Lucrezio. La dedica Infine, le ultime due ottave condensano il carattere encomiastico e di attualità storica del poema: poiché il mondo cristiano è sotto la minaccia turca e il Santo Sepolcro è ancora nelle mani dei musulmani, Tasso si augura che il generoso Alfonso d Este, da cui egli, perseguitato dalla sventura, ha ricevuto protezione e ospitalità, riceva dal buon popol di Cristo (v. 34) l incarico di guidare una nuova crociata, per poter ripetere il successo di Goffredo. Un esempio eloquente dello stile «magnifico di Tasso Le scelte stilistiche A differenza dell ironico e colloquiale esordio del Furioso, quello della Liberata si caratterizza subito per il livello stilistico sostenuto, per una sintassi elaborata e simmetrica e per il lessico prezioso. Quanto Ariosto ricerca un ritmo fluido e armonioso, tanto Tasso persegue un andamento enfatico e scelte auliche, in coerenza con la teoria enunciata nei Discorsi dell arte poetica, secondo la quale la poesia deve essere espressa «con altissimo verso, al fine di muovere gli animi con la meraviglia e di giovare . Ne è spia la presenza delle anafore (Molto molto, vv. 3-4; in van in vano, v. 5), degli enjambement (particolarmente incisivo è quello dei vv. 7-8, santi / segni), dell ossimoro (l arme pietose, v. 1) e di espressioni vaghe, dalla forte pregnanza evocativa (è il caso del popol misto e dei compagni erranti, vv. 6 e 8). Allo stesso modo, le strofe successive a quella iniziale ne riproducono la grave solennità: ben quattro sono le esclamazioni rivolte alla Musa (scandite dal martellante pronome personale tu); la similitudine dell egro fanciul è costruita sul chiasmo porgiamo soavi licor; succhi amari beve (vv. 21-23); troviamo figure retoriche come la metonimia (carte, penna, vv. 29 e 31) e la metafora (caduchi allori, v. 9; guidi in porto / me peregrino errante, e fra gli scogli / e fra l onde, vv. 26-28); si addensano i latinismi (absorto e unqua, vv. 28 e 34) e compare l antitesi Tu (Alfonso) / me (Tasso), sciolta infine dall insistenza dei riferimenti diretti al signore (ben quattro volte in altrettanti versi). 532 / L ET DELLA CONTRORIFORMA E DEL MANIERISMO

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento