Il magnifico viaggio - volume 2

Approfondisci DENTRO IL TESTO TEMI NEL TEMPO Il mito dell età dell oro I contenuti tematici Amore contro Onore Il coro del primo atto dell Aminta, commentando e spiegando al pubblico secondo il modello della tragedia greca l azione scenica, riassume la morale dell opera esponendo il conflitto tra la civiltà presente e la favolosa età dell oro. A rappresentarlo, Tasso contrappone l Amore e l Onore, personificandoli. Il primo sentimento simboleggia il piacere spontaneo e naturale, il sereno dispiegamento degli istinti, non sottoposto ad alcun vincolo morale né limitato da sensi di colpa: tale piacere era appunto vissuto in piena libertà in un tempo mitico e remoto, quando i pastori, nella semplicità della vita bucolica, potevano amare senza costrizioni. Purtroppo i tempi di oggi lamenta Tasso non sono più quelli di una volta. L innocenza e la spensierata schiettezza che caratterizzavano il mondo dei pastori dell età dell oro sono state sostituite dalla tirannia dell Onore, quell idolo d errori, idol d inganno (v. 671) che ha cancellato i disinibiti costumi primitivi introducendo il senso della vergogna, l ipocrisia del moralismo, la falsa onestà. Generando turbamento e pudore, modificando i rapporti tra i sessi un tempo armonici e liberi perché sottoposti unicamente alle leggi della natura e minacciando la spontaneità degli affetti, l Onore è il principale responsabile dell infelicità degli uomini, costretti al rispetto di un codice etico fatto di arte, cioè di artificio, convenzioni e inganno (non a caso i dolci atti lascivi di un tempo sono diventati ritrosi e schivi, vv. 703-704, e ciò che una volta era don d Amore ora è considerato furto, v. 707). Un esortazione malinconica Il coro si congeda prima con un apostrofe all Onore stesso, invitato ad accanirsi solo contro i potenti e a lasciare in pace gli umili, e poi con un esortazione ad amare. Eppure, anche questo incitamento è venato d inquietudine: le gioie dell esistenza hanno breve durata. Amiam, ripete con un anafora il poeta (vv. 719 e 721): ma l immagine della breve luce (v. 722) della nostra vita suggerisce, amaramente, la percezione della caducità delle cose umane e l incombere dell eterna notte (v. 723) della morte. La critica al conformismo Gli argomenti usati da Tasso contro l Onore non sono ideologicamente inoffensivi: di fronte al conformismo della società cortigiana, egli pronuncia un vero atto d accusa, per quanto velato dall utilizzo di un topos tradizionale della letteratura come quello dell età dell oro. Sotto l apparenza mitologica e atemporale, il poeta infatti condanna una cultura formalista e inautentica, chiusa in un freddo sistema di norme da rispettare. La nostalgia per un epoca in cui il piacere e la sensualità potevano essere vissuti in piena libertà non è soltanto un astratto gioco letterario o un aristocratico passatempo da condividere all interno della corte: nell idealizzare il tempo in cui era possibile tutto ciò che piaceva («S ei piace, ei lice , v. 681), Tasso insinua un messaggio non privo di provocazione indirizzato alle corti, luoghi dove l autenticità dell esistenza era stata soppiantata dai riti e dai valori fittizi del prestigio sociale. Un tessuto di rimandi letterari Le scelte stilistiche Al di là della sua implicita valenza ideologica, l Aminta rimane pur sempre una favola lirica composta con grande sapienza letteraria. Non a caso, sul piano stilistico, il coro presenta una vera e propria collezione di citazioni e riferimenti classici. Sotto le spoglie di un apparente naturalezza, infatti, Tasso utilizza fonti classiche e moderne. Le prime si colgono soprattutto nelle prime tre strofe del coro: la quarta delle Bucoliche di Virgilio, le Elegie di Tibullo e soprattutto le Metamorfosi di Ovidio offrono al poeta un florilegio di immagini e motivi legati alla celebrazione dell età dell oro. Non mancano inoltre gli agganci alla tradizione petrarchesca: i vv. 669-671 (vano / nome senza soggetto, / quell idolo d errori, idol d inganno) richiamano alla memoria i vv. 76-77 della canzone Italia mia, benché l parlar sia indarno («non far idolo un nome / vano, senza soggetto , Canzoniere, 128), mentre le chiome a l aura sparte (v. 702) non sono che la variante dell incipit del celebre sonetto Erano i capei d oro a l aura sparsi (Canzoniere, 90). Anche gli ultimi versi riprendono un modello classico, senz altro noto ai colti spettatori della corte estense: l invito all amore, la caducità dei piaceri umani e l incombere della morte temi tipici anche della tradizione laica umanistico-rinascimentale (si pensi a Lorenzo de Medici e ad Angelo Poliziano), ma trattati da Tasso con struggimento e inquietudini maggiori rappresentano quasi la traduzione letterale dei vv. 4-6 del quinto carme del poeta latino Catullo. 518 / L ET DELLA CONTRORIFORMA E DEL MANIERISMO

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento