Il tormento della psiche e la detenzione

TA S S O E D E L E O N O R A D ESTE Tasso accerchiato dai cortigiani ferraresi, Tasso imprigionato, Tasso che cerca l ispirazione volgendo gli occhi al cielo: nessun poeta italiano può annoverare tanti ritratti. Un vero ciclo iconografico delle diverse fasi della sua vita movimentata, che affianca e incoraggia la costruzione di un mito che ha affascinato artisti e intellettuali di tutta Europa. In questo dipinto il pittore napoletano Domenico Morelli (1826-1901) immortala il poeta mentre legge il suo capolavoro a Eleonora d Este. Domenico Morelli, Tasso legge il suo poema a Eleonora d Este, 1865. Roma, Galleria Nazionale d Arte moderna. All inizio del 1575 il poeta conclude un progetto a lungo meditato: un poema eroico sulla prima crocia ta , la futura Gerusalemme liberata, che al momento ha il titolo provvisorio di Goffredo. Il lavo ro, che Tasso vuole fedele ai canoni religiosi vigenti, ne mina, gradualmente, l equilibrio psichico. Preso da una smania improvvisa e da una sindrome vittimistica (la sua ipersensibilità lo porta a vedere nemici ovunque), il poeta medita di abbandonare la corte estense e avvia trattative per entrare in quella dei Medici, sebbene Alfonso in un bando del 1573 abbia vietato ai suoi cortigiani di passare ad altro servizio senza la sua licenza. 1559-1560: Gierusalemme Rinaldo 1567: Rime (prima raccolta) 1567-1570: Discorsi dell arte poetica 1573: Aminta 1562: IL TORMENTO DELLA PSICHE E LA DETENZIONE Nel novembre del 1575, Tasso intraprende un viaggio a Roma. ormai ostaggio di scrupoli, inquietudini e paure d ogni genere, timoroso che qualche aspetto dell opera (l amore, i troppi incantesimi, una non troppo rigorosa ortodossia cattolica) possa offendere la religione e che il libro sia messo all Indice. Qui egli intende raccogliere pareri sul suo poema, che sottopone al giudizio e alla correzione di molti, amici e meno amici, non accettandone però i commenti, o perché troppo severi o perché troppo indulgenti. Nemmeno l assoluzione dell inquisitore ferrarese acquieta i suoi timori di essere incorso in eresia, quindi comincia a farneticare di folletti e di maghi e a scorgere dappertutto insidie e tradimenti a suo danno. In un occasione, nel 1577, mentre conversa con Lucrezia, credendosi spiato, accoltella un servo. Alfonso lo fa rinchiudere in un monastero ferrarese, da cui Tasso fugge per iniziare un lungo, febbrile pellegrinaggio attraverso la penisola. Alla fine del 1577 si presenta a Sorrento, dalla sorella Cornelia: travestito da pastore, le annuncia la propria morte per sondarne la reazione e sincerarsi del suo dolore. Cornelia sviene e il poeta, rassicurato, le si palesa. Tasso riprende poi i suoi viaggi inquieti, tra Mantova, Padova, Venezia, Urbino (dove compone i celebri versi della Canzone al Metauro), Torino, fino a tornare a Ferrara, nel febbraio del 1579. Qui si aspetta di essere accolto trionfalmente, ma le circostanze non assecondano le sue attese: la corte è impegnata infatti nei grandi preparativi per le nozze del duca Alfonso con Margherita Gonzaga e nessuno si preoccupa di accoglierlo degnamente. Nel castello non c è posto per lui, che viene quindi ospitato nelle stanze del palazzo del cardinale Luigi d Este: il poeta lo considera un affronto e dà in escandescenze contro il duca, che lo fa rinchiudere nell Ospedale di Sant Anna e mettere alla catena, alla stregua di un pazzo. Tasso trascorre recluso sette anni, tra periodi di lucidità, durante i quali si dedica alla composizione del- L AUTORE / TORQUATO TASSO / 497

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento