Il magnifico viaggio - volume 2

bentra ora invece la tendenza a sprigionare energie ed emotività nuove, che alterano la regolarità dei modelli e accentuano la componente soggettiva dell ispirazione. Tale processo coinvolge anche gli esiti di alcune correnti letterarie più convenzionali, come il Petrarchismo: basti pensare alle originali interpretazioni di quel canone operate da poeti come Giovanni Della Casa e Michelangelo Buonarroti o da poetesse quali Gaspara Stampa e Isabella di Morra. Ora però, per differenziarsi, non basta più escogitare variazioni personali di un modello: talvolta si avverte piuttosto l esigenza di eroderlo e deformarlo. Il poeta cerca la novità, studia soluzioni sorprendenti, escogita sottili cambiamenti, elabora esperimenti formali, si sofferma sui particolari, sui singoli aspetti (della figura femminile, del paesaggio, delle cose). In alcuni casi, è il rispetto delle norme minuziose dettate dal classicismo a determinare soluzioni sempre più intellettualistiche e cervellotiche; in altri, al contrario, è la contestazione della loro validità a spingere l artista sulla strada della polemica, della parodia, della contestazione e della rivendicazione di libertà assoluta. Significativa, in questo senso, è l esperienza letteraria del già citato filosofo Giordano Bruno, il quale deride impietosamente le articolazioni linguistiche e retoriche dei paradigmi artistici più vincolanti, primo tra tutti il Petrarchismo. Bersaglio privilegiato del suo spirito irriverente è la figura del pedante, incarnazione di una pratica culturale dogmatica e vacuamente erudita, che ha subordinato la libertà e l autenticità a un inerte e mediocre formalismo. La perdita dell equilibrio formale Tali atteggiamenti si riverberano, in Bruno ma anche in altri autori minori, soprattutto sugli esiti stilistici, laddove prevalgono la sovrabbondanza, la tensione sperimentale e la ricerca artificiosa della sottigliezza. Anche su questo piano, se possiamo far coincidere con il Rinascimento il momento di maggior potere della ragione e dell equilibrio, con il Manierismo entriamo in quella sfera di predominio dell irrazionalità e della dissonanza che troverà di lì a poco, nel Seicento, il suo apice nell estetica barocca. Una pittura dissonante Francesco Mazzola, detto Parmigianino, è una tra le figure più eccentriche del primo Cinquecento. La Madonna dal collo lungo, rimasta incompiuta nel 1540 con la precoce scomparsa del pittore, è una composizione insolita: la Vergine regge in grembo il bambino, accompagnata da angeli sullo sfondo di uno spazio aperto su un cielo plumbeo, con una fila di colonne che svettano nel vuoto. Le proporzioni dei personaggi sono distorte: accanto ai bellissimi angeli, la Vergine ha un collo lungo e sproporzionato e innaturalmente allungati sono anche il corpo del bambino, livido come un cadavere, e la gamba del primo angelo. A destra, un minuscolo uomo, forse san Girolamo, srotola un cartiglio e con le sue dimensioni incongruamente ridotte sembra contraddire i princìpi di razionalità e ordine che avevano governato il Rinascimento. Parmigianino, Madonna dal collo lungo, 1534-1540. Firenze, Galleria degli Uffizi. L EPOCA E LE IDEE / 479

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Il Quattrocento e il Cinquecento