CRITICI A CONFRONTO - Luigi Russo, Guido Davico Bonino,

Luigi Russo, Guido Davico Bonino, Gennaro Sasso Lucrezia, una figura complessa E dunque Lucrezia ha ceduto: ma in che modo ha ceduto? Perché è vittima delle circostanze, incapace di opporre resistenza durante la progettazione della beffa, oppure perché, in fondo in fondo, è l unico personaggio ad avere coscienza e dominio della situazione, alla quale finisce per adattarsi in modo è il caso di dirlo machiavellico? Il dibattito critico e interpretativo è aperto: la virtuosa Lucrezia è la legnosa depositaria di una castità bigotta, a cui è costretta a rinunciare solo per debolezza dinanzi alla volontà altrui? O invece nella sua repentina trasformazione, indotta dalla scoperta del piacere fisico, c è la capacità di aggirare con astuto calcolo le insidie della Fortuna, archiviando senza troppi rimorsi i princìpi morali e accettando consapevolmente l ipocrisia della società? Tre dei massimi studiosi di Machiavelli, i critici letterari Luigi Russo (1892-1961) e Guido Davico Bonino (n. 1938) e il filosofo Gennaro Sasso (n. 1928), esprimono sulla questione idee diverse tra loro. Luigi Russo Guido Davico Bonino Lucrezia, se in un primo tempo è la donna virtuosa ma un po passiva, in un secondo momento passa ad essere una eroina vera, vogliosa e consapevole del suo male, e però agli occhi del suo autore ha quella giustificazione morale che hanno tutti gli spiriti che sanno accettare decisamente la loro parte. [ ] Non dunque figura meramente decorativa e passiva, come è apparsa ai critici. [ ] E nemmeno figura di una equivoca e turpe virtù. Virtuosa prima e dopo; virtuosa nella via del bene, quando resiste alle balorde esortazioni della madre e ai goffi desideri del marito; virtuosa nella via del male, quando, ritrovandovisi, non esita a percorrerla fino in fondo. Questa è la vera eroina della nuova moralità del Machiavelli, che distingue pur tra il bene e il male, ma depreca in ogni caso la mediocrità del sentire. C è qualcosa di profondamente machiavelliano (non, si badi, di machiavellico) nella scelta di Lucrezia, così netta, lucida, risoluta. Lucrezia passa dal rifiuto (il «recusare , un verbo assai frequente nel lessico politico di Machiavelli) all accettazione della Fortuna come di una forza troppo impetuosa perché ci si possa opporre. La sua è la scelta della duttilità come suprema forma di saggezza. [ ] Dopo aver opposto a lungo alla Fortuna un fermo rifiuto, «sanza potervi in alcuna parte obstare (postillerebbe il Machiavelli del Principe), Lucrezia è ora la saggezza che si «accomoda ai «tempi e alle «cose , che piglia ruota conforme al voler della Fortuna. (Luigi Russo, Machiavelli, Laterza, Bari 1966) 416 / UMANESIMO E RINASCIMENTO (Guido Davico Bonino, Nota introduttiva a N. Machiavelli, Mandragola, Einaudi, Torino 1980)

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento