Il magnifico viaggio - volume 2

alla virtù o alla fortuna da quelli ottenuti con armi proprie o altrui. Il caso di chi sia divenuto principe per fortuna, confidando nelle armi altrui, è incarnato dall esempio di Cesare Borgia, detto duca Valentino ( p. 376), che Machiavelli indica come modello di «principe nuovo (capitolo VII, T5, p. 367). La soluzione preferita dall autore è però costituita dal principato civile, ottenuto e conservato con il consenso popolare, che garantisce, molto di più di quello delle grandi famiglie, stabilità per il monarca e prosperità per i cittadini. Infine Machiavelli prende in esame i principati ecclesiastici che, avendo natura atipica, obbediscono a regole proprie, diverse da quelle indicate per gli altri principati. La seconda parte: il problema delle milizie Il secondo nucleo del Principe costituisce un sintetico trattato sulle milizie, contenente argomenti che l autore riprenderà qualche anno più tardi con la stesura dell Arte della guerra. Attraverso la consueta classificazione oppositiva cara a Machiavelli, le milizie vengono dette proprie o mercenarie, ausiliarie o miste, vale a dire inviate in aiuto da un potente vicino o formate in parte da soldati arruolati dal principe, in parte mercenarie. Solo le milizie proprie, cioè quelle guidate dal principe e composte dai suoi sudditi, sono in grado di garantire la sicurezza dello Stato. Machiavelli, a cui sta a cuore evidenziare il legame tra esercito e strutture civili («E principali fondamenti che abbino tutti li stati [ ] sono le buone legge e le buone arme , XII), sottolinea l inaffidabilità delle cosiddette compagnie di ventura (le masnade di soldati di mestiere al soldo di un condottiero, p. 409) e vede nel massiccio ricorso alle truppe mercenarie una delle cause principali della cronica debolezza degli Stati italiani («se uno tiene lo stato suo fondato in sulle arme mercennarie, non starà mai fermo né sicuro , XII). La terza parte: etica e virtù del principe La terza sezione dell opera è quella più rivoluzionaria, essendo imperniata su un profilo dell uomo di governo non aderente all etica tradizionale. Machiavelli infatti dichiara subito che lo scopo della sua opera è l utilità e per questo preferisce riferirsi alla «verità effettuale , vale a dire alla realtà, piuttosto che alla «immaginazione di essa , cioè a un ideale astratto. Se un principe «savio si pone come obiettivo la sicurezza e la conservazione dello Stato, dovrà imparare «a potere essere non buono ( T6, p. 377), a privilegiare la parsimonia alla magnificenza, la crudeltà all indulgenza, l opportunismo alla lealtà, assumendo quindi anche comportamenti moralmente negativi, se lo richiedono i «tempi . Per non correre il rischio di fallire, deve sapere «usare la bestia e lo uomo ( T7, p. 382), utilizzando, nei casi in cui la «pietà sia inutile o dannosa, l astuzia e la forza (simboleggiate nel testo rispettivamente dalla «golpe , la volpe, e dal «lione , il leone). La quarta parte: la situazione italiana I tre capitoli conclusivi riguardano la situazione politica dell Italia contemporanea, la cui rovina non dipende dalla fortuna avversa, ma dall incapacità dei suoi principi. Dopo aver riflettuto sull incidenza della fortuna sulla vita degli uomini e sulla capacità della virtù di controllare la metà delle vicende umane ( T8, p. 388), Machiavelli chiude l opera con un esortazione ai Medici affinché si facciano promotori di un impresa capace di riscattare l Italia e di affrancarla dal dominio straniero ( T9, p. 394). Albrecht D rer, La morte e il lanzichenecco, 1510. Londra, British Museum. 348 / UMANESIMO E RINASCIMENTO

Il magnifico viaggio - volume 2
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Il Quattrocento e il Cinquecento