La lingua e la metrica

La scelta del fiorentino illustre LA LINGUA E LA METRICA L Orlando furioso, nella sua terza edizione, è la prima opera di un autore non toscano scritta in volgare fiorentino, ormai evidentemente percepito come lingua letteraria nazionale. Come abbiamo visto, se la prima edizione del poema era caratterizzata da una lingua dialettale ferrarese, nella seconda si nota invece una forte ripulitura dalle forme locali e regionali. La terza edizione è infine frutto di un attenta e sostanziale revisione linguistica. Per capire i motivi che spingono Ariosto a correggere più volte il suo capolavoro bisogna fare due precisazioni. La prima è che intorno al 1520 si intensificano le discussioni sulla questione della lingua, cioè il dibattito tra gli scrittori su quale modello linguistico occorra scegliere per costruire una letteratura italiana (nel 1525 vengono pubblicate le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo, p. 118). La seconda, necessaria per comprendere il bisogno di Ariosto di adeguarsi a un modello linguistico unitario, è relativa al periodo storico e alla situazione politica italiana: l Italia attraversa in quegli anni un momento tragico, che fa svanire ogni prospettiva di autonomia politica ( p. 18). Anche per questo gli scrittori italiani, di fronte a un paese invaso e umiliato dagli stranieri, vogliono mostrare, almeno sul fronte linguistico e culturale, la propria unità. Una lingua armoniosa Tuttavia, lungi dall offrire un immagine di rigidità, la lingua del poema appare mobile e variegata, fondendo vocaboli classici e di ascendenza petrarchesca (ricordiamo che il Canzoniere era per Bembo l opera poetica a cui bisognava guardare come a un modello) con termini ed espressioni popolari, tipiche del parlato. Da ciò deriva una sintesi linguistica originale, che determina ancora oggi la leggibilità del capolavoro ariostesco. L ottava d oro Vogliamo proporre un ultima osservazione sulla metrica. Ariosto impiega l ottava ( p. 81) in maniera diversa dagli autori che prima di lui l hanno utilizzata nei poemi narrativi (da Boccaccio a Pulci, da Boiardo a Poliziano). Ancora per Boiardo l ottava era semplicemente una sorta di contenitore, in cui la struttura sintattica era in larga misura autonoma rispetto a quella metrica e il ritmo della narrazione era indipendente da quello della strofa. La tecnica di Ariosto è invece più matura e raggiunge spesso un livello di autentica perfezione. Non a caso si è parlato, a proposito dell Orlando furioso, di ottava d oro , per la perfetta coincidenza tra il piano metrico e quello sintattico (spesso, infatti, la strofa coincide con il periodo). Inoltre, Ariosto incentra ogni ottava su un particolare concetto o su una particolare immagine, ricercando così una corrispondenza tra forma e contenuto, rendendo la prima funzionale al secondo. Testi PLUS Bradamante Olimpia Angelica e Medoro Analisi INTERATTIVA La materia del poema Perugino, Allegoria della Fortezza e della Temperanza (particolare), 1499-1500. Perugia Palazzo dei Priori, Collegio del Cambio. 234 / UMANESIMO E RINASCIMENTO

Il magnifico viaggio - volume 2
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Il Quattrocento e il Cinquecento