La polemica antipetrarchista

La polemica antipetrarchista Il ribaltamento di un modello UN IMMAGINE GROTTESCA E PARADOSSALE DELLA REALT Mentre nel repertorio letterario del Quattrocento possiamo assistere all irriverente canzonatura dei princìpi culturali, filosofici e spirituali dell Umanesimo, nel Cinquecento è soprattutto il modello petrarchista imposto da Pietro Bembo ( p. 142) a offrire l opportunità per una ricca produzione che ne parodizza il carattere astratto e artificioso. In essa si promuove un immagine grottesca e paradossale della realtà, che porta alla ribalta gli appetiti (per esempio il cibo e il sesso), gli oggetti, le situazioni e gli ambienti (come taverne, bordelli, zuffe, pulci, pidocchi) di una grassa materialità. Il mondo alla rovescia L idealismo neoplatonico finisce così per essere oggetto di continui sberleffi: in questo mondo alla rovescia non c è più spazio per l amore spirituale e per le creature angeliche o le dame di palazzo, mentre trionfano sentimenti terreni e donne dai facili costumi. La scelta dell eccentricità: un opzione per abili letterati L esistenza di questa letteratura antiaccademica affonda le proprie origini nella tradizione, soprattutto toscana, della poesia comico-realistica, che già nel XIII secolo aveva eletto a materia poetica tematiche quotidiane e triviali, descritte con un linguaggio realistico. Al pari degli autori che capovolgono la maniera stilnovistica, anche gli scrittori anticlassicisti sono a pieno titolo letterati di mestiere. A dimostrazione di ciò, si consideri che alcuni di loro affiancano a una produzione ufficiale o in linea con il gusto della letteratura alta una produzione più clandestina, dalla natura irregolare : perfino Bembo lo stesso Bembo contro cui si appuntano gli strali polemici degli scrittori anticlassicisti compone versi osceni. La contestazione del classicismo Una dissacrazione controllata TRA RIBELLIONE IDEOLOGICA E SPERIMENTAZIONE LETTERARIA I protagonisti non sono scrittori dilettanti: contestare un modello significa infatti conoscerlo. Ciò non toglie che talvolta lo spirito antipetrarchista possa essere stimolato da vera insofferenza e trasformarsi in un contraltare non solo letterario, ma anche ideologico, con cui esprimere istanze estranee al patrimonio della cultura colta e cortigiana. In questo caso il rifiuto del canone stabilito da Pietro Bembo va oltre la semplice deformazione caricaturale, inducendo non pochi autori a un vero e proprio ripudio del classicismo, dal punto di vista sia formale (il latino maccheronico di Teofilo Folengo e il dialetto di Ruzante) sia tematico (il mondo contadino, rappresentato senza snobismi o paternalistiche ironie). Pur ostili a un modello prestabilito, questi autori intendono tuttavia allestirne un altro, capovolto ma complementare, con un codice preciso e una tradizione alle spalle: ciò accade, per esempio, al più famoso di essi, Francesco Berni, il quale potrà contare proprio come i suoi avversari poetici su uno stuolo di imitatori, i cosiddetti berneschi . Analogamente, l irrequietezza che li anima e che si traduce nella dissacrazione letteraria non è necessariamente portatrice di una visione ideologica dirompente, che aspiri a sovvertire le istituzioni sociali: significativo è il caso del più irregolare tra gli Tiziano, Ritratto di Pietro Aretino, 1454. Firenze, Palazzo Pitti. LA CORRENTE / L ANTICLASSICISMO / 169

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento