Isabella di Morra

Isabella di Morra LA VITA Isabella di Morra nasce nel 1520 a Favale (l odierna Valsinni, in provincia di Matera). Terza degli otto figli del barone di Favale, alleato di Francesco I re di Francia, costretto a emigrare nel 1528 per la prevalenza spagnola nella penisola, Isabella vive nel castello di famiglia insieme alla madre e ai sette fratelli. Per alleviare la propria solitudine, la giovane donna inizia una corrispondenza epistolare (forse solo intellettuale) con Diego Sandoval de Castro, nobiluomo e poeta spagnolo, sposato, che soggiorna di tanto in tanto in un castello nelle vicinanze. I fratelli di Isabella sospettano che tra i due sia nata una relazione sentimentale e nel 1546, per difendere l onore della famiglia, la uccidono insieme al suo precettore e assassinano in un agguato lo stesso Diego. Un eroina tragica LE OPERE Le Rime dell esiguo canzoniere della poetessa (13 composizioni in tutto, 10 sonetti e 3 canzoni) appaiono, postume, nel 1552. Si tratta di versi dolenti, tutti riferiti alla sua vita. Costretta all opprimente reclusione in una dimora-prigione, Isabella protesta la propria condizione, si appella al padre a cui invano chiede di tornare e prefigura l approdo tragico di un esistenza disperata. Siamo ai margini del Petrarchismo; eppure, l espressione del dolore che anima l esile corpus poetico di Isabella di Morra è stemperata da una misura stilistica che dimostra chiaramente come la lontana suggestione del Canzoniere sia penetrata perfino nel suo remoto castello lucano. La poesia come diario della sofferenza Ecco ch una altra volta, o valle inferna / T5 / Isabella di Morra, Rime, 7 / L ambiente specchio del dolore / un allocuzione alla natura, in perfetto stile petrarchesco. Ma qui non c è traccia di «chiare, fresche et dolci acque : l asprezza crudele del paesaggio fa da testimone a un destino di lacrime e di morte. METRO Sonetto con schema di rime ABBA, ABBA, CDC, DCD. Audio LETTURA 4 Ecco ch una altra volta, o valle inferna, o fiume alpestre, o ruinati sassi, o ignudi spirti di virtute e cassi, udrete il pianto e la mia doglia eterna. 8 Ogni monte udirammi, ogni caverna, ovunqu io arresti, ovunqu io mova i passi; ché Fortuna, che mai salda non stassi, cresce ogn or il mio mal, ogn or l eterna. 7 salda: ferma. 8 cresce: fa crescere. l eterna: lo rende eterno. 162 / UMANESIMO E RINASCIMENTO

Il magnifico viaggio - volume 2
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Il Quattrocento e il Cinquecento