Giovanni Della Casa

Giovanni Della Casa Un Petrarchismo austero / T2 / / La vecchiaia, inverno della vita / Della vita di monsignor Giovanni Della Casa (1503-1556) e della sua opera più importante, il Galateo, abbiamo già parlato nell Unità dedicata alla trattatistica rinascimentale ( pp. 133 e ss.). Egli è anche autore di Rime, pubblicate postume nel 1558, che si inseriscono nel solco tracciato da Petrarca, ma con una originale propensione alla drammatizzazione del sentimento. Pervase da un sottile turbamento e da una sofferta interiorità, le poesie di Della Casa presentano un uso intenso delle figure retoriche, in primo luogo dell enjambement, che conferisce ai versi un ritmo spezzato, lento e affannato, assai diverso da quello regolare e armonioso perseguito in genere dai petrarchisti. Anche questo aspetto tecnico è funzionale a trasmettere al lettore la suggestione di un temperamento tenebroso e pensoso, riflesso di un travaglio psicologico comune a un intera generazione, condizionata dal dissolvimento delle certezze rinascimentali e dalle inquietudini tipiche del clima della Controriforma. O dolce selva solitaria, amica Giovanni Della Casa, Rime, 63 Come l antico bosco solitario poco prima della notte invernale, anche il poeta percepisce con un gelo di morte la fine della propria giovinezza, paragonata alla stagione estiva. L eterna primavera petrarchesca pare stemperarsi in questo sonetto nell inquieta stanchezza che preannuncia la notte dell esistenza. METRO Sonetto con schema di rime ABBA ABBA CDE DCE. 8 e la tua verde chioma ombrosa, antica come la mia, par d ognintorno imbianchi, or, che nvece di fior vermigli e bianchi ha neve e ghiaccio ogni tua piaggia aprica, 5-8 e il tuo verde fogliame (chioma) ombroso, vecchio come la mia chioma, sembra che tutt intorno diventi bianco, adesso che tutti i tuoi prati esposti al sole (ogni tua piaggia apri ca) invece di fiori rossi e bianchi hanno neve e ghiaccio, 9-11 io vado ripensando a questa breve e nuvolosa luce che mi resta, e anch io sento il respiro (gli spirti) e il corpo farsi di ghiaccio; 11 a questa breve e nubilosa luce vo ripensando, che m avanza, e ghiaccio gli spirti anch io sento e le membra farsi; 14 ma più di te dentro e d intorno agghiaccio, ché più crudo Euro a me mio verno adduce, più lunga notte e dì più freddi e scarsi. 12-14 ma mi raggelo più di te, interiormente ed esternamente, perché a me il mio inverno porta un Euro più rigido, una notte più lunga e pochi (scarsi) giorni più freddi. 1 dolce selva: la foresta del Montel- lo, in Veneto. 3 Borea: vento di tramontana. 4 implica: per ragioni di rima, va let- to implìca . 9 breve e nubilosa luce: la vita. PARAFRASI 1-4 O dolce selva solitaria, amica dei miei pensieri attoniti e delusi, mentre Borea nei giorni bui e corti (manchi) avvolge l aria e la terra di un gelo spaventoso, 4 O dolce selva solitaria, amica de miei pensieri sbigottiti e stanchi, mentre Borea ne dì torbidi e manchi d orrido giel l aere e la terra implica, 13 Euro: vento di sud-est, scirocco. mio verno: la mia vecchiaia. LA CORRENTE / IL PETRARCHISMO / 153

Il magnifico viaggio - volume 2
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Il Quattrocento e il Cinquecento