Il magnifico viaggio - volume 2

25 30 35 40 da far creder di sé quello che forse non è; ma ritrovandosi a tai ragionamenti,29 deve ascoltargli con un poco di rossore e vergogna. Medesimamente fuggir30 un errore, nel quale io ho veduto incorrer31 molte; che è il dire ed ascoltare volentie ri chi dice mal d altre donne; perché quelle che, udendo narrare modi disonesti d altre donne, se ne turbano e mostrano non credere, ed estimar quasi un mostro che una donna sia impudica, danno argumento che, parendo lor quel diffetto tanto enorme, esse non lo commettano;32 ma quelle che van sempre investigando gli amori dell altre e gli narrano così minutamente e con tanta festa,33 par che lor n abbiano invidia e che desiderino che ognun lo sappia, acciò che il medesimo ad esse non sia ascritto34 per errore; e così vengon in certi risi, con certi modi,35 che fanno testimonio36 che allor senton sommo piacere. E di qui nasce che gli omini, benché paia che le ascoltino voluntieri, per lo più delle volte le tengono in mala opinione ed hanno lor pochissimo riguardo,37 e par loro che da esse con que modi siano invitati a passar più avanti, e spesso poi scorrono a termini che dan loro meritamente infamia38 ed in ultimo le estimano così poco, che non curano il lor commercio,39 anzi le hanno in fastidio; e, per contrario, non è omo tanto procace40 ed insolente, che non abbia riverenzia a41 quelle che sono estimate bone ed oneste; perché quella gravità42 temperata di sapere e bontà è quasi un scudo contra la insolenzia e bestialità dei prosuntuosi;43 onde44 si vede che una parola, un riso,45 un atto di benivolenzia, per minimo ch egli sia, d una donna onesta, è più apprezzato da ognuno, che tutte le demostrazioni46 e carezze di quelle che così senza riservo47 mostran poca vergogna; e se non sono impudiche, con que risi dissoluti, con la loquacità, insolenzia e tai costumi scurili fanno segno d essere.48 29 a tai ragionamenti: ad ascoltare di- scorsi del genere. 30 Medesimamente fuggir: allo stesso modo (deve) evitare. 31 incorrer: incappare. 32 perché commettano: perché quelle che, sentendo parlare dei comportamenti disonesti delle altre donne, si mostrano indignate e mostrano di non credere (a ciò che hanno udito) e di ritenere quasi una cosa mostruosa (un mostro) che una donna sia senza pudore, fanno pensare (danno argumento) che esse, ritenendo tale peccato (cioè l impudicizia) così grande, non lo possano commettere. 33 così festa: in modo così dettagliato e con tanto divertimento. 34 acciò che ascritto: affinché la stessa cosa (cioè un analogo comportamento licenzioso) non sia loro attribuita. 35 vengon modi: si atteggiano con sorrisini così inopportuni e con atteggiamenti così sfacciati. 36 fanno testimonio: danno prova. 37 le tengono riguardo: pensano male di loro e ne hanno pochissima stima. 38 siano invitati meritamente infamia: siano spinti ad andare più avanti (cioè a sedurle), e spesso giungono a limiti che a buon diritto procurano loro discredito. 39 non curano il lor commercio: non cercano la loro compagnia. 40 procace: sfrontato. 41 riverenzia a: rispetto per. 42 gravità: serietà. 43 contra prosuntuosi: contro la sfacciataggine e la rozzezza degli uomini spudorati. 44 onde: per cui. 45 riso: sorriso. 46 demostrazioni: ostentazioni. 47 senza riservo: senza riservatezza. 48 fanno d essere: danno impressione di esserlo. ANALISI ATTIVA Le virtù della donna protagonista a corte I contenuti tematici Nell indicare le qualità della «donna di palazzo (e non della «cortegiana , poiché già all epoca il termine aveva acquisito il significato di prostituta d alto bordo o di donna dai costumi liberi ), Giuliano de Medici traccia un ritratto morale che la distingue sia dalla donna comune sia dallo speculare modello maschile. Condividerà con la prima le doti, per così dire, di genere, quali l onestà, la discrezione e l insieme delle prerogative domestiche di una madre e di una moglie. Prudenza, generosità ed equilibrio saranno i tratti comuni con il cortigiano; in più, però, la donna dovrà possedere virtù specifiche, quali l affabilità e la capacità di conversare e intrattenere amabilmente l interlocutore. 1. Elenca le doti della donna di palazzo menzionate nel testo, dividendole nelle seguenti tipologie: 1) doti femminili e domestiche; 2) doti in comune col cortigiano; 3) doti peculiari della donna di palazzo. IL GENERE / LA TRATTATISTICA RINASCIMENTALE / 131

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Il Quattrocento e il Cinquecento