Il magnifico viaggio - volume 2

25 30 35 40 si dice, tirar per i capegli dà somma disgrazia30 e fa estimar poco ogni cosa,31 per grande ch ella si sia. Però si po32 dir quella esser vera arte che non pare esser arte; né più in altro si ha da poner studio,33 che nel nasconderla: perché se è scoperta, leva in tutto il credito34 e fa l omo poco estimato. E ricordomi io già aver letto35 esser stati alcuni antichi oratori eccellentissimi, i quali tra le altre loro industrie36 sforzavansi di far credere ad ognuno sé non aver notizia37 alcuna di lettere; e dissi mulando il sapere mostravan le loro orazioni esser fatte simplicissimamente, e più tosto secondo che loro porgea38 la natura e la verità, che l studio e l arte; la qual se fosse stata conosciuta, arìa dato dubbio negli animi del populo di non dover esser da quella ingannati.39 Vedete adunque come il mostrar l arte ed un così intento studio40 levi la grazia d ogni cosa. Qual di voi è41 che non rida quando il nostro messer Pierpaulo42 danza alla foggia sua,43 con que saltetti44 e gambe stirate45 in punta di piede, senza mover la testa, come se tutto fosse un legno,46 con tanta at tenzione, che di certo pare che vada numerando47 i passi? Qual occhio è così cieco, che non vegga in questo la disgrazia della affettazione? e la grazia in molti omini e donne che sono qui presenti, di quella sprezzata desinvoltura (ché nei movimenti del corpo molti così la chiamano), con un parlar o ridere o adattarsi,48 mostrando non estimar e pensar più ad ogni altra cosa che a quello, per far credere a chi vede quasi di non saper né poter errare?49 30 dà somma disgrazia: provoca un giu- dizio negativo. 31 ogni cosa: sottinteso, che fai. 32 Però si po: perciò si può. 33 studio: impegno, applicazione (latinismo). 34 leva credito: toglie ogni prestigio, attendibilità. 35 ricordomi io già aver letto: il riferimento è al dialogo De oratore di Marco Tullio Cicerone (106-43 a.C.), scrittore e oratore latino. 36 industrie: accorgimenti. 37 sé notizia: di non avere conoscenza (costruzione sul modello della proposizione infinitiva latina). 38 secondo porgea: secondo quello che suggerivano loro. 39 arìa ingannati: avrebbe alimentato nel popolo il sospetto di essere ingannato. 40 intento studio: cura assidua. 41 Qual è: chi è tra voi. 42 Pierpaulo: un gentiluomo, non identificato, presente nella corte di Urbino. Di lui potremo ricordare solo la ridicola affettazione nel danzare. 43 alla foggia sua: alla sua maniera. 44 saltetti: saltelli. 45 stirate: rigide. 46 un legno: un pezzo di legno, una spe- cie di burattino. 47 numerando: contando. 48 adattarsi: alla musica o alla danza. 49 mostrando errare: dando l impressione di non occuparsene (si intenda: della musica o della danza) e di pensare a qualsiasi altra cosa più che a quello, per far credere a chi li osservi che essi non sanno e non possono sbagliare (affrontando cioè l impegno della musica e del ballo con naturalezza). DENTRO IL TESTO Imitare i maestri Sprezzatura contro affettazione I contenuti tematici Come nell arte e nella politica, anche nel giusto comportamento a corte vige il criterio che ispira il classicismo rinascimentale, vale a dire l imitazione. Il cortigiano infatti dovrà sforzarsi, come ogni bon discipulo, di assimigliarsi al maestro (rr. 1 e 2), da cui imparerà le buone abitudini che poi perfezionerà grazie all impegno e al discernimento, fondendo in un insieme armonico il meglio di quanti lo circondano. La qualità essenziale che egli dovrà acquisire è la grazia, cioè la misura e l equilibrio che permettono di calibrare le azioni adeguandole al contesto e alle circostanze. Va sottolineato che la grazia non rappresenta secondo Castiglione una semplice norma di buona educazione. Essa va intesa come una virtù interiore, applicata poi nei rapporti con gli altri e nelle diverse pratiche quotidiane. Avere grazia significa evitare l affettazione (r. 18), cioè la rozza ostentazione delle proprie capacità, e mostrare invece disinvoltura e naturalezza. Con il neologismo sprezzatura (r. 19), l autore indica proprio la capacità di far sembrare spontanea ogni espressione di sé, comunicando al prossimo un impressione di leggerezza anche quando la perfezione ottenuta sia stata il frutto di impegno e fatica. 128 / UMANESIMO E RINASCIMENTO

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento