T2 - Le virtù del gentiluomo: «grazia» e «sprezzatura»

Le virtù del gentiluomo: «grazia e «sprezzatura / T2 / Baldassarre Castiglione, Il libro del Cortegiano, I, 26 / La fondamentale qualità della misura / Autocontrollo e naturalezza: il cortigiano perfetto non può prescindere da tali virtù, che deve sviluppare grazie a un accorta imitazione di maestri impeccabili. A parlare è il conte Ludovico Canossa (1475-1532), che delinea in questo passo fondamentale la nuova forma del vivere a corte proposta da Castiglione. 5 10 15 20 Chi adunque vorrà esser bon discipulo,1 oltre al far le cose bene, sempre ha da metter ogni diligenzia per assimigliarsi2 al maestro e, se possibil fosse, transfor marsi in lui. E quando già si sente aver fatto profitto,3 giova molto veder diversi omini di tal professione4 e, governandosi con quel bon giudicio che sempre gli ha da esser guida,5 andar scegliendo or da un or da un altro varie cose. E come la pecchia6 ne verdi prati sempre tra l erbe va carpendo i fiori,7 così il nostro cor tegiano averà da rubare questa grazia da que che8 a lui parerà che la tenghino9 e da ciascun quella parte10 che più sarà laudevole; e non far come un amico nostro, che voi tutti conoscete, che si pensava esser molto simile al re Ferrando minore d Aragona,11 né in altro avea posto cura d imitarlo, che nel spesso alzare il capo, torzendo12 una parte della bocca, il qual costume il re avea contratto così da infir mità.13 E di questi molti si ritrovano, che pensan far assai, pur che sian simili ad un grand omo in qualche cosa;14 e spesso si appigliano a quella che in colui è sola viciosa.15 Ma avendo io già più volte pensato meco16 onde17 nasca questa grazia, lasciando quelli che dalle stelle l hanno,18 trovo una regula universalissima,19 la qual mi par valer circa questo20 in tutte le cose umane che si facciano o dicano più che alcuna altra, e ciò è fuggir quanto più si po,21 e come un asperissimo22 e peri coloso scoglio, la affettazione;23 e, per dir forse una nova parola, usar in ogni cosa una certa sprezzatura,24 che nasconda l arte25 e dimostri ciò che si fa e dice venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi. Da questo credo io che derivi assai26 la grazia; perché delle cose rare27 e ben fatte ognun sa la difficultà, onde in esse la facilità genera grandissima maraviglia;28 e per lo contrario il sforzare29 e, come 1 bon discipulo: un allievo modello. 2 sempre assimigliarsi: deve sempre im- pegnarsi al massimo per rendersi simile. 3 aver fatto profitto: di aver raggiunto lo scopo prefissato. 4 veder professione: vedere esempi di vari cortigiani (omini di tal professione). 5 governandosi guida: regolandosi con la saggezza (bon giudicio) che deve sempre guidarlo. 6 pecchia: ape. 7 va i fiori: prende il nettare dai diversi fiori. 8 da que che: da coloro i quali. 9 tenghino: possiedano. 10 quella parte: quell aspetto del carattere. 11 Ferrando minore d Aragona: Ferdinando II d Aragona (1467-1496), noto anche come Ferrandino, re di Napoli dal 1495 al 1496. 12 torzendo: torcendo. 13 contratto infirmità: assunto a causa di una malattia. 14 molti si ritrovano in qualche cosa: si trovano molte persone che pensano di realizzare grandi imprese solo perché assomigliano in qualcosa a una persona importante. 15 è sola viciosa: è l unica difettosa. 16 meco: tra me e me (latinismo). 17 onde: da dove. 18 lasciando l hanno: a parte quelli che ce l hanno come dote innata. 19 universalissima: di assoluta validità generale. 20 circa questo: a questo proposito. 21 si po: si può. 22 asperissimo: durissimo. 23 affettazione: artificiosità, modo di comportarsi non spontaneo. 24 sprezzatura: elegante disinvoltura. 25 arte: l artificio. 26 derivi assai: dipenda in larga misura. 27 rare: ricercate. 28 onde in esse grandissima maraviglia: per cui la facilità (con cui vengono eseguite) produce (nell osservatore) un grandissimo stupore. 29 il sforzare: fare le cose con fatica evi- dente. Le parole valgono affettazione Prosciutto e mortadella non c entrano nulla. Anche se la parola affettazione ci fa venire in mente una salumeria, la sua etimologia ci riconduce sulla strada giusta: in latino affectare significa desiderare , e chi parla, si veste o si comporta in modo affettato ha una gran voglia di apparire diverso da come realmente è. Alla fine, purtroppo per lui, chi ricorre all affettazione non sarà creduto, come capita a tutti quelli che esibiscono un modo di fare troppo ricercato e artificioso. Individua la frase in cui l aggettivo affettato è usato a sproposito: «La sua cortesia affettata mi disturba ; «Quando si è troppo violenti, si è sempre affettati ; «Durante l interrogazione di matematica, Giovanni usa sempre modi affettati per compiacere il professore . IL GENERE / LA TRATTATISTICA RINASCIMENTALE / 127

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento