T7 - L’apparizione di Gerusalemme

T7

L’apparizione di Gerusalemme

Gerusalemme liberata, canto III, ott. 1-8

È l’alba del 7 giugno 1099: tutto è pronto per la partenza dei crociati. Iniziata la marcia, i soldati faticano a frenare l’entusiasmo e, quando arrivano alla sospirata meta, il loro sentimento è un misto di felicità e commozione.


Metro Ottave di endecasillabi con schema di rime ABABABCC.

1

Già l’aura messaggiera erasi desta

a nunziar che se ne vien l’aurora;

ella intanto s’adorna, e l’aurea testa

di rose colte in paradiso infiora,

5      quando il campo, ch’a l’arme omai s’appresta,

in voce mormorava alta e sonora,

e prevenia le trombe; e queste poi

dièr più lieti e canori i segni suoi.

2

Il saggio capitan con dolce morso

10    i desideri lor guida e seconda,

ché più facil saria svolger il corso

presso Cariddi a la  volubil onda,

o tardar Borea allor che scote il dorso

de l’Appennino, e i legni in mare affonda.

15    Gli ordina, gl’incamina, e ’n suon gli regge

rapido sì, ma rapido con legge.

3

Ali ha ciascuno al core ed ali al piede,

né del suo ratto andar però s’accorge;

ma quando il sol gli aridi campi fiede

20    con raggi assai ferventi e in alto sorge,

ecco apparir Gierusalem si vede,

ecco additar Gierusalem si scorge,

ecco da mille voci unitamente

Gierusalemme salutar si sente.

4

25    Così di naviganti audace stuolo,

che mova a ricercar estranio lido,

e in mar dubbioso e sotto ignoto polo

provi l’onde fallaci e ’l vento infido,

s’al fin discopre il desiato suolo,

30    il saluta da lunge in lieto grido,

e l’uno a l’altro il mostra, e intanto oblia

la noia e ’l mal de la passata via.

5

Al gran piacer che quella prima vista

dolcemente spirò ne l’altrui petto,

35    alta contrizion successe, mista

di timoroso e riverente affetto.

Osano a pena d’inalzar la vista

vèr la città, di Cristo albergo eletto,

dove morì, dove sepolto fue,

40    dove poi rivestì le membra sue.

6

Sommessi accenti e tacite parole,

rotti singulti e flebili sospiri

de la gente ch’in un s’allegra e duole,

fan che per l’aria un mormorio s’aggiri

45    qual ne le folte selve udir si suole

s’avien che tra le frondi il vento spiri,

o quale infra gli scogli o presso a i lidi

sibila il mar percosso in rauchi stridi.

7

Nudo ciascuno il piè calca il sentiero,

50    ché l’essempio de’ duci ogn’altro move,

serico fregio o d’or, piuma o cimiero

superbo dal suo capo ognun rimove;

ed insieme del cor l’abito altero

depone, e calde e pie lagrime piove.

55    Pur quasi al pianto abbia la via rinchiusa,

così parlando ognun sé stesso accusa:

8

«Dunque ove tu, Signor, di mille rivi

sanguinosi il terren lasciasti asperso,

d’amaro pianto almen duo fonti vivi

60    in sì acerba memoria oggi io non verso?

Agghiacciato mio cor, ché non derivi

per gli occhi e stilli in lagrime converso?

Duro mio cor, ché non ti spetri e frangi?

Pianger ben merti ognor, s’ora non piangi».

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DENTRO IL TESTO

I contenuti tematici

È l’inizio del terzo canto. Tasso, che in precedenza aveva descritto il campo pagano, si concentra ora su quello cristiano, facendo precedere la narrazione da una simbolica visione dell’aurora che nasce, oltre che all’orizzonte, nell’animo trepidante dei soldati (ott. 1). Il viaggio dei crociati verso Gerusalemme, più che la marcia di un esercito, appare come un pellegrinaggio di fedeli. Fugati i dubbi e le incertezze dalla lungimirante prudenza di Goffredo (il cui comportamento si rivela da subito un accorto connubio di complice dolcezza e ferma autorevolezza), essi non riescono a trattenere l’emozione al cospetto della città santa. A piedi scalzi, in atto d’umiltà, i cristiani piangono, pregando in un misto di felicità e contrizione.

Il loro comportamento dinanzi al Santo Sepolcro non deve sorprendere: Tasso immagina che ciascuno di essi, come se stesse espiando i propri peccati, intensifichi il pentimento al pensiero di trovarsi realmente nel luogo della passione di Cristo. Il pianto è una reazione doverosa: Pianger ben merti ognor, s’ora non piangi (v. 64), come a dire che chi ha il cuore troppo duro per non provare rimorso non può meritare la benedizione divina ed è giustamente condannato alla dannazione eterna. Siamo in presenza di una sensibilità religiosa tipicamente controriformistica: la devozione autentica è infatti esibita in una scena penitenziale caratterizzata da una certa teatralità.

Le scelte stilistiche

Fra le stanze presentate, particolarmente significativa sul piano retorico, oltre che contenutistico, è la terza. L’apparizione di Gerusalemme è infatti resa con grande efficacia emotiva dalla ripetizione concitata di ecco e poi del nome di Gierusalemme (entrambi per tre volte, e nei vv. 21-24 in perfetto parallelismo), quindi dall’ossimoro tacite parole (v. 41), che esprime lo stato d’animo dei soldati, sospeso tra esultanza e reverenza. Tasso rie­sce in tal modo a vivificare la scena narrata e a rendere il pathos collettivo dei crociati, la cui descrizione è ispirata a un analogo modulo stilistico-narrativo presente in Virgilio, nel passo in cui Enea e i troiani avvistano all’alba l’Italia («E già messe in fuga le stelle l’aurora rosseggiava, quando vediamo lontano i colli oscuri e l’Italia umile: Italia per primo grida Acate, Italia con gioioso clamore salutano i compagni», Eneide, III, 521-524).

 >> pagina 537

VERSO LE COMPETENZE

Comprendere

1 Con l’aiuto delle note, fai la parafrasi delle ultime tre ottave.


2 Come appare nella seconda ottava il contegno del capitan verso i suoi soldati?

Analizzare

3 Ali ha ciascuno al core ed ali al piede (v. 17): quale figura retorica troviamo in questo verso?

  • a Anafora. 
  • b Metonimia. 
  • c Similitudine. 
  • d Metafora. 


4 Spiega il significato della similitudine presente nella quarta ottava.

Interpretare

5 Descrivi lo stato psicologico dei crociati alla vista della città santa.


6 La preghiera contenuta nell’ultima ottava può essere considerata, nello stile e nell’intonazione, un vero esempio di espressività manierista. Giustifica questa affermazione.

SVILUPPARE IL LESSICO

7 L’aggettivazione della Gerusalemme liberata è sempre molto ricca: per ciascuna delle coppie nome-aggettivo (o aggettivo-nome) usate da Tasso, prova a individuare prima un altro aggettivo che possa essere accostato al nome, poi un nome da accoppiare all’aggettivo originario.


vento

infido

riverente

affetto

sommessi

accenti

tacite

parole

rotti

singulti

flebili

sospiri

rauchi

stridi

scrivere per...

esporre

8 Fai una ricerca sulla prima crociata: com’è nata? perché? chi furono i protagonisti dei due fronti? Prepara una presentazione in PowerPoint corredata di immagini (circa 10 slide).


9 Fai una ricerca su come ha vissuto e raccontato la crociata il mondo arabo: puoi utilizzare due importanti libri come Storici arabi delle crociate, a c. di Francesco Gabrieli, Einaudi, Torino 1957, e Le crociate viste dagli arabi, di Amin Maalouf, Sei, Torino 1989.

Educazione CIVICA – Spunti di realtà

Gerusalemme non è soltanto una città, è un simbolo e soprattutto un luogo di incontro fra diverse civiltà, diversi modi di pensare. Ha una storia lunghissima che affonda le radici nel passato più antico dell’umanità. È la città santa per eccellenza, dove le tre religioni del ceppo biblico (ebraismo, cristianesimo e islam) ritrovano le proprie origini e le proprie verità. Per motivi religiosi e per motivi politici, a Gerusalemme si è combattuto tanto e nei territori di Israele e Palestina la tensione è ancora oggi altissima.


• Rifletti sulla multietnicità dei paesi e delle metropoli di oggi, mettendo in luce tanto le difficoltà legate all’incontro di orientamenti religiosi diversi quanto l’arricchimento che può generare la pacifica convivenza di uomini e donne di culture differenti. Scrivi un testo argomentativo in proposito.

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