INTRECCI ARTE - Carlo V e la corona leggendaria

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Carlo V e la corona leggendaria

La fine dell’indipendenza italiana

Dopo i sanguinosi eventi del sacco di Roma e dell’assedio di Firenze, l’imperatore Carlo V d’Asburgo fu formalmente incoronato a Bologna, seconda città dello Stato pontificio, scelta anche perché l’Urbe devastata dai lanzichenecchi sarebbe stata per Carlo un luogo pericoloso.
La corona ferrea

Nella città emiliana, papa Clemente VII lo incoronò re d’Italia, servendosi, con gesto altamente simbolico, della corona ferrea dei re longobardi, che dall’Alto Medioevo cingeva il capo de sovrani italiani. Secondo un’antica leggenda, il cerchio di metallo all’interno della corona, composta da sei piastre d’oro decorate da rosette a rilievo, castoni di gemme e smalti, sarebbe stato ricavato da uno dei chiodi della cro­ce di Cristo e inserito nel diadema dell’imperatore Costan­tino. Eseguita probabilmente intorno al V secolo, e modificata nel IX, la corona, forse ostrogota, attestava l’origine divina del potere di chi governava l’Italia e l’ideale collegamento dei sovrani con il primo imperatore cristiano.

La ritrattistica ufficiale

Accanto a simboli tradizionali, Carlo V utilizzò coscientemente l’arte per rinnovare e diffondere la sua immagine: ne è un esempio la serie di ritratti che il pittore veneto Tiziano esegue nel corso della sua carriera per diffondere un’immagine pubblica nuova ed efficace dell’imperatore, che coniughi insieme elementi classici e modernità. Intorno al 1533 fu realizzato il ritratto con un cane: secondo le fonti, Tiziano iniziò il dipinto a Bologna nei giorni dell’incoronazione papale. In una posizione quasi informale, ma in realtà assolutamente controllata, con la mano destra sulla spada e la sinistra ad accarezzare l’animale, l’imperatore è raffigurato a figura intera e a grandezza naturale, imponente nonostante la bassa statura.

Vestito da battaglia e a cavallo, con un’efficace ripresa dell’immagine dei condottieri romani antichi, compare invece in un ritratto più tardo, eseguito sempre da Tiziano intorno al 1547.

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