La vicinanza ideologica a Guicciardini
Per questo andamento asistematico, i Saggi si avvicinano ai Ricordi di Guicciardini, un autore a cui Montaigne può essere accostato anche per gli aspetti ideologici. Comuni ai due scrittori sono il rifiuto di ogni approccio metafisico, la convinzione dell’impossibilità di aspirare alla conoscenza assoluta, la critica rivolta a ogni ipotesi di interpretazione preconcetta della realtà. Anche Montaigne tenta di illuminare l’“altalena” dei sentimenti umani, le debolezze e le contraddizioni che caratterizzano la nostra vita secondo una prospettiva scettica e relativistica che abbiamo visto dominare l’indagine guicciardiniana. La serena visione rinascimentale, già entrata in crisi nell’opera dell’autore dei Ricordi, può dirsi con Montaigne definitivamente tramontata. Prevalgono invece l’amara coscienza dei mali del mondo e il disgusto per le vanità e i capricci umani.
Il breve brano che presentiamo è un esempio del procedere conoscitivo di Montaigne. Invece di aspirare a un ruolo di maestro dispensatore di verità assolute, lo scrittore francese sceglie di non affannarsi a inseguire risposte definitive. L’unica ricerca possibile è quella della soddisfazione personale, di una felicità parziale, da cogliere attimo dopo attimo nell’incerta esplorazione di un mondo in cui «tutte le cose […] oscillano».