Le altre opere letterarie
L’opera poetica di Machiavelli riveste indubbiamente un’importanza secondaria, essendo soprattutto il frutto di motivi occasionali (com’è per la stesura dei Canti carnascialeschi, in cui vengono riproposti i contenuti goliardici e licenziosi tipici dei canti eseguiti a Firenze, tra il XV e il XVI secolo, durante il periodo di carnevale) o delle esperienze amorose dell’autore (alcuni versi sono dedicati alla cantante Barbara Raffacani Salutati).
Più interessanti sono i poemetti Decennale e Decennale secondo (quest’ultimo non concluso), in cui si descrivono in versi gli anni della vita politica fiorentina, dal 1494 al 1509, ma soprattutto i Capitoli in terzine, nei quali vengono sviluppati, sotto forma di riflessioni morali, alcuni temi tipicamente machiavelliani, come quello della fortuna.
La seconda commedia di Machiavelli, dal titolo Clizia, composta nel 1525, rielabora l’argomento di un’opera del commediografo latino Plauto (III-II secolo a.C.), la Casina, e narra l’amore del vecchio Nicomaco per Clizia, una trovatella a cui lui stesso ha dato ospitalità, e che però è innamorata, ricambiata, del figlio di Nicomaco, Cleandro. Per impedire le nozze, Nicomaco cerca di far sposare Clizia al servo Pirro in modo da continuare a essere il suo amante. La moglie Sofronia e il figlio-rivale Cleandro gli giocano un brutto tiro, travestendo il servo Siro con gli abiti della sposa. Quando Nicomaco si trova nel suo letto e scopre il travestimento, la vergogna lo spinge a chiedere perdono alla moglie e a rinunciare alla sua passione senile. Nel frattempo, Clizia viene a sapere di essere figlia di un nobile napoletano: possiede dunque una ricca dote e può finalmente sposarsi con Cleandro.
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento