La mandragola
Per la natura riflessiva dell’opera, possiamo facilmente cogliere l’influenza del commediografo che più ha ispirato l’autore, cioè il latino Terenzio (di cui Machiavelli ha tradotto l’Andria), anch’egli più interessato a illuminare i tipi umani che a inscenare le situazioni comiche, le battute e i lazzi disimpegnati che caratterizzavano, per esempio, l’opera dell’altro maestro della commedia latina, Plauto.
Tuttavia, nella commedia di Machiavelli non manca il gusto della beffa e dello sberleffo, esercitato ai danni dello sciocco o del credulone di turno. In questo ambito, Machiavelli è degno continuatore di una florida tradizione toscana che ha in Boccaccio il suo interprete più famoso, e che continua nelle forme più ludiche dell’Umanesimo mediceo (si pensi a Pulci, ma anche a una parte della produzione dello stesso Lorenzo de’ Medici).
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Il vittorioso assedio di fra’ Timoteo all’innocenza di Lucrezia
La mandragola, atto III, scene IX-XI
Queste tre scene hanno un antefatto, che è opportuno ricordare. Per indurre Lucrezia all’adulterio, Ligurio ha bisogno della mediazione di un aiutante autorevole. Chi meglio di un sacerdote? Fra’ Timoteo sembra l’uomo giusto, ma occorre provarne la disponibilità. Per questo, Ligurio gli chiede se è disposto, dietro lauto compenso, a fare abortire una fanciulla, e Timoteo accetta. La storia non è vera, ma non importa: ciò che conta è che ora Ligurio può confidare sulla scaltra amoralità di Timoteo, oltre che sulla complicità della madre di Lucrezia, Sostrata, per portare il piano a compimento.
SCENA IX
Fra’ Timoteo solo
FRATE Io non so chi si abbi giuntato l’uno l’altro.1 Questo tristo di Ligurio ne venne
a me con quella prima novella,2 per tentarmi, acciò, se io li consentivo quella3,
5 m’inducessi più facilmente a questa; se io non gliene consentivo, non mi
arebbe detta questa, per non palesare e disegni4 loro sanza utile, e di quella che
era falsa non si curavano. Egli è vero che io ci sono suto giuntato; nondimeno,
questo giunto è con mio utile.5 Messer Nicia e Callimaco sono ricchi, e da
ciascuno, per diversi rispetti, sono per trarre assai;6 la cosa convien stia secreta,
10 perché l’importa così a loro, a dirla, come a me.7 Sia come si voglia, io non me
ne pento. È ben vero che io dubito non ci avere dificultà,8 perché madonna
Lucrezia è savia e buona: ma io la giugnerò in sulla bontà.9 E tutte le donne
hanno alla fine poco cervello; e come ne è una sappi dire dua parole, e’ se ne
predica,10 perché in terra di ciechi chi vi ha un occhio è signore.11 Ed eccola con
15 la madre, la quale è bene una bestia,12 e sarammi uno grande adiuto a condurla
alle mia voglie.
SCENA X
Sostrata, Lucrezia
SOSTRATA Io credo che tu creda, figliuola mia, che io stimi l’onore ed el bene tuo
20 quanto persona del mondo,13 e che io non ti consiglierei di cosa14 che non stessi
bene. Io ti ho detto e ridicoti, che se fra’ Timoteo ti dice che non ti sia carico di
conscienzia,15 che tu lo faccia sanza pensarvi.
LUCREZIA Io ho sempremai dubitato che la voglia, che messer Nicia ha d’avere
figliuoli, non ci facci fare qualche errore;16 e per questo, sempre che lui mi ha
25 parlato di alcuna cosa,17 io ne sono stata in gelosia e sospesa,18 massime poi che
m’intervenne quello che vi sapete, per andare a’ Servi.19 Ma di tutte le cose, che
si son tentate, questa mi pare la più strana, di avere a sottomettere el corpo mio
a questo ▶ vituperio,20 ad esser cagione che uno uomo muoia per vituperarmi:
perché io non crederrei, se io fussi sola rimasa nel mondo e da me avessi a risurgere
30 l’umana natura,21 che mi fussi simile partito concesso.22
SOSTRATA Io non ti so dire tante cose figliuola mia. Tu parlerai al frate, vedrai
quello che ti dirà, e farai quello che tu dipoi sarai consigliata da lui, da noi,
da chi ti vuole bene.
LUCREZIA Io sudo per la passione.23
35 SCENA XI
Fra’ Timoteo, Lucrezia, Sostrata
FRATE Voi siate le ben venute. Io so quello che voi volete intendere da me perché
messer Nicia m’ha parlato. Veramente, io sono stato in su’ libri più di dua ore a
studiare questo caso; e, dopo molte essamine,24 io truovo di molte cose che, ed
40 in particulare ed in generale, fanno per noi.25
LUCREZIA Parlate voi da vero26 o motteggiate?27
FRATE Ah, madonna Lucrezia! Sono, queste, cose da motteggiare? Avetemi voi a
conoscere ora?28
LUCREZIA Padre, no; ma questa mi pare la più strana cosa che mai si udissi.
45 FRATE Madonna, io ve lo credo,29 ma io non voglio che voi diciate più così. E’ sono
molte cose che discosto30 paiano terribili, insopportabili, strane, che, quando
tu ti appressi loro, le riescono31 umane, sopportabili, dimestiche;32 e però33 si
dice che sono maggiori li spaventi che e mali: e questa è una di quelle.
LUCREZIA Dio el34 voglia!
50 FRATE Io voglio tornare a quello, ch’io dicevo prima. Voi avete, quanto alla conscienzia,
a pigliare questa generalità,35 che, dove è un bene certo ed un male
incerto, non si debbe mai lasciare quel bene per paura di quel male. Qui è un
bene certo, che voi ingraviderete, acquisterete una anima a messer Domenedio;
el male incerto è che colui che iacerà, dopo la pozione, con voi,36 si muoia; ma
55 e’ si truova anche di quelli che non muoiono.37 Ma perché la cosa è dubia, però
è bene che messer Nicia non corra quel periculo. Quanto allo atto, che sia peccato,
questo è una favola, perché la volontà è quella che pecca, non el corpo,
e la cagione del peccato38 è dispiacere al marito, e voi li compiacete; pigliarne
piacere, e voi ne avete dispiacere. Oltr’a di questo, el fine si ha a riguardare in
60 tutte le cose: el fine vostro si è riempiere una sedia in paradiso, e contentare el
marito vostro. Dice la Bibia che le figliuole di Lotto, credendosi essere rimase
sole nel mondo usorono con el padre; e, perché la loro intenzione fu buona,
non peccorono.39
LUCREZIA Che cosa40 mi persuadete voi?
65 SOSTRATA Làsciati persuadere, figliuola mia. Non vedi tu che una donna, che non ha
figliuoli, non ha casa? Muorsi41 el marito, resta come una bestia, abandonata
da ognuno.
FRATE Io vi giuro, madonna, per questo petto sacrato,42 che tanta conscienzia43 vi
è ottemperare44 in questo caso al marito vostro, quanto vi è mangiare carne el
70 mercoledì, che è un peccato che se ne va con l’acqua benedetta.45
LUCREZIA A che mi conducete voi, padre?
FRATE Conducovi a cose, che voi sempre arete cagione di pregare Dio per me; e più
vi satisfarà questo altro anno che ora.46
SOSTRATA Ella farà ciò che voi volete. Io la voglio mettere stasera al letto io.
75 [A Lucrezia]
Di che hai tu paura, moccicona?47 E’ ci è cinquanta donne, in questa terra, che
ne alzerebbono le mani al cielo.48
LUCREZIA Io sono contenta:49 ma io non credo mai essere viva domattina.
FRATE Non dubitar, figliuola mia: io pregherrò Iddio per te, io dirò l’orazione
80 dell’Angiolo Raffaello,50 che ti accompagni. Andate, in buona ora, e preparatevi
a questo misterio,51 che si fa sera.
SOSTRATA Rimanete in pace, padre.
LUCREZIA Dio m’aiuti e la Nostra Donna,52 che io non capiti male.
DENTRO IL TESTO
I contenuti tematici
La morigerata Lucrezia, senza alternativa, finisce per sostituire la virtù con l’astuzia, soggiacendo alle leggi dominanti e facendo buon viso a cattivo gioco.
L’artefice principale della sua metamorfosi è fra’ Timoteo. Lo conosciamo già dal suo monologo; solo, sulla scena, lo vediamo analizzare con acutezza ciò che è accaduto in precedenza, l’inganno ordito da Ligurio: un inganno che, però, lo ha visto non vittima, ma, diremmo, complice (questo giunto è con mio utile, r. 8). Per la sua disinvolta morale, questo basta e avanza. L’unica contromisura necessaria è il silenzio. Così chiede il mondo; e al mondo e ai suoi pseudo-valori, ipocrisia e malafede, il frate sceglie di adeguarsi con cinico opportunismo e, soprattutto, senza scrupoli di sorta.
Il suo nome, che in greco significa “colui che onora Dio”, concorre anch’esso a mistificare la realtà. Ciò che il frate onora è tutt’altro: il denaro e il guadagno. Il ruolo che le convenzioni sociali gli hanno attribuito è quello di confessore e dispensatore di consigli: un ruolo che il frate piega ai propri interessi. Ma Lucrezia non vuole sottomettere il proprio corpo a questo vituperio (r. 28) ed essere responsabile della morte di un uomo: non è nemmeno convinta che l’adulterio sarebbe eticamente lecito se fosse la sola rimasa nel mondo e da lei avessi a risurgere l’umana natura (rr. 29-30).
Le scelte stilistiche
Nella scena XI, le abilità linguistiche del frate vengono rese da Machiavelli in modo magistrale. Lingua e carattere coincidono infatti alla perfezione. Da vero artista della parola, Timoteo si esercita abilmente nel raggiro facendo appello alle sue qualità di ipocrita affabulatore. Il suo linguaggio è una sapiente miscela di malizia e dottrina all’acqua di rose. Ora vanta la propria esperienza del mondo (E’ sono molte cose che discosto paiano terribili, rr. 45-46), ora se ne esce con proverbi popolareschi alla buona (sono maggiori li spaventi che e mali, r. 48). Allo stesso tempo, enfatizza il proprio ruolo di uomo di Chiesa citando la Bibbia senza curarsi di profanarla e promettendo a Lucrezia di intercedere per lei con le proprie preghiere.
Il tono e le parole da predicatore sortiscono alla fine l’effetto sperato. Dopo aver attenuato la gravità del peccato (la volontà è quella che pecca, non el corpo, r. 57), il frate può celebrare il proprio trionfo, chiudendo in bellezza la sua capziosa strategia dialettica: mistificando la realtà fino alla fine, trasforma il subdolo espediente studiato per far congiungere Lucrezia con uno sconosciuto in un sacro misterio (r. 81) da officiare con religiosa obbedienza.
VERSO LE COMPETENZE
COMPRENDERE
1 Perché all’inizio fra’ Timoteo dice Io non so chi si abbi giuntato l’uno l’altro (r. 3)?
2 Messer Nicia non è presente alla discussione, ma viene spesso citato: che figura ne emerge dalle parole degli altri?
ANALIZZARE
3 Elenca gli argomenti usati dal frate per convincere Lucrezia a unirsi con Callimaco.
4 Quale registro stilistico e quali appigli culturali sostengono le argomentazioni di fra’ Timoteo?
INTERPRETARE
5 Nelle scene proposte e nell’intera commedia fra’ Timoteo è il personaggio che più di tutti esemplifica la concezione utilitaristica dell’esistenza descritta da Machiavelli. Rifacendoti anche alle battute pronunciate dal frate, illustra la mentalità su cui egli fonda la propria visione del mondo e dei rapporti umani.
6 Indica, di ciascun personaggio, gli aspetti positivi e quelli negativi secondo il tuo personale punto di vista.
scrivere per...
rielaborare
7 Trasformati in regista, teatrale o cinematografico, e affianca alle battute salienti delle scene antologizzate le movenze e la gestualità che chiederesti ai tuoi attori per rendere la loro recitazione efficace e rispondente alla caratterizzazione machiavelliana dei personaggi.
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento