La formazione delle compagnie di ventura
A costituire le compagnie di ventura erano soldati di diversa origine e provenienza, solitamente di bassa estrazione sociale, i quali si organizzavano in reparti di cavalieri (i lancieri) sostenuti dalla fanteria (arcieri e balestrieri). Il comando era affidato a un capitano, scelto per le capacità e il valore. Agli stranieri si aggiungevano soldati italiani di varia provenienza: crociati rientrati dall’Oriente, servi della gleba, contadini e artigiani poveri che cercavano di fuggire la miseria.
I capitani avevano talvolta origini oscure (il Carmagnola – al secolo Francesco da Bussone, 1385 ca - 1432 – era di famiglia contadina: lo troveremo come protagonista di una famosa tragedia manzoniana), ma più spesso provenivano dalla nobiltà, esperta per tradizione nell’arte militare. Molti erano figli cadetti (cioè non primogeniti), i quali non potevano ereditare il feudo, che spettava al primo figlio, e cercavano una fonte di reddito nella professione militare. Le compagnie più importanti arrivarono a contare fino a diecimila soldati, assunti dai capitani per il periodo necessario alla campagna di guerra. In tempo di pace le compagnie si mantenevano con saccheggi, minacce, taglieggiamenti e ricatti, per cui erano molto temute dalle popolazioni.