Le opere tecnico-politiche del periodo della Segreteria (1498-1512)
L’inizio dell’attività letteraria di Machiavelli non coincide con l’emarginazione politica. I primi scritti risalgono infatti all’epoca del suo impegno civile e sono a esso strettamente legati. Si tratta di opere nate proprio dall’esercizio dell’attività sul campo: lettere, dispacci, relazioni scaturite soprattutto dalle sue ambascerie. Tuttavia si possono già cogliere alcuni elementi che poi, sviluppati, costituiranno la grande originalità della sua metodologia.
In particolare, dinanzi alla caotica situazione italiana del tempo, Machiavelli boccia ogni atteggiamento cauto e prudente, mentre valuta come indispensabile il ricorso all’azione energica e decisa. Tra le prose di questi primi anni di scrittura, ci limitiamo a segnalare qui quelle che rivestono un maggiore interesse.
La Magna è l’Alemagna, cioè i territori tedeschi. Machiavelli vi si era recato (più precisamente, in Tirolo) nel 1508, in occasione di una missione presso l’imperatore Massimiliano d’Asburgo. Gli appunti ricavati dal viaggio, poi ampliati nel 1512, interessano essenzialmente per due ragioni.
La prima è il giudizio negativo sull’Impero: il decentramento amministrativo e la necessità di accordare una certa autonomia ai popoli locali sono per Machiavelli un possibile elemento di debolezza.
La seconda è invece di natura antropologica: l’autore si sofferma sui costumi dei tedeschi, ne analizza il modo di vivere e la sobrietà quasi primitiva. Non c’è però ammirazione per questa incorrotta semplicità: piuttosto prevale in lui, uomo del Rinascimento fiorentino, l’atteggiamento di malcelata superiorità di chi è abituato alla cultura e all’arte più raffinata.
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento