Il magnifico viaggio - volume 1

25 Filippo porta il figlio a Firenze 30 35 L interesse del ragazzo per le donne e le inutili manovre di Filippo 40 45 50 55 60 dre mio, voi siete oggimai vecchio e potete male durar fatica;12 perché non mi menate voi una volta a Firenze, acciò che, faccendomi cognoscere gli amici e divoti di Dio e vostri, io, che son giovane e posso meglio faticar di voi, possa poscia13 pe nostri bisogni a Firenze andare quando vi piacerà, e voi rimanervi qui? . Il valente uomo, pensando che già questo suo figliuolo era grande e era sì abituato al servigio di Dio, che malagevolmente le cose del mondo a sé il dovrebbono omai poter trarre, seco stesso disse: «Costui dice bene ; per che, avendovi a andare, seco il menò. Quivi il giovane veggendo i palagi, le case, le chiese e tutte l altre cose delle quali tutta la città piena si vede, sì come colui che mai più per ricordanza vedute no n avea,14 si cominciò forte a maravigliare e di molte domandava il padre che fossero e come si chiamassero. Il padre gliele diceva; e egli, avendolo udito, rimaneva contento e domandava d un altra. E così domandando il figliuolo e il padre rispondendo, per avventura si scontrarono in una brigata di belle giovani donne e ornate,15 che da un paio di nozze16 venieno: le quali come il giovane vide, così domandò il padre che cosa quelle fossero. A cui il padre disse: «Figliuol mio, bassa gli occhi in terra, non le guatare,17 ch elle son mala cosa .18 Disse allora il figliuolo: «O come si chiamano? . Il padre, per non destare nel concupiscibile appetito del giovane alcuno inchinevole disiderio men che utile,19 non le volle nominare per lo proprio nome, cioè femine, ma disse: «Elle si chiamano papere . Maravigliosa cosa a udire! Colui che mai più alcuna veduta non avea,20 non curatosi de palagi, non del bue, non del cavallo, non dell asino, non de denari né d altra cosa che veduta avesse, subitamente disse: «Padre mio, io vi priego che voi facciate che io abbia una di quelle papere . «Oimè, figliuol mio , disse il padre, «taci: elle son mala cosa . A cui il giovane domandando disse: «O son così fatte le male cose? . «Sì disse il padre. E egli allora disse: «Io non so21 che voi vi dite, né perché queste sieno mala cosa: quanto è,22 a me non è ancora paruta vedere alcuna così bella né così piacevole come queste sono. Elle son più belle che gli agnoli23 dipinti che voi m avete più volte mostrati. Deh! se vi cal24 di me, fate che noi ce ne meniamo una colà sù di queste papere, e io le darò beccare .25 Disse il padre: «Io non voglio; tu non sai donde elle s imbeccano! ,26 e sentì incontanente27 più aver di forza la natura che il suo ingegno; e pentessi d averlo menato a Firenze. 12 durar fatica: sopportare le fatiche. 13 poscia: in seguito, in futuro. 14 sì come no n avea: come chi mai pri- ma le aveva viste per quanto potesse ricordare (per ricordanza). Il bambino aveva infatti solo due anni quando il padre lo aveva portato via da Firenze. 15 ornate: vestite con eleganza. 16 un paio di nozze: una festa nuziale. 17 guatare: guardare. 18 mala cosa: una cosa cattiva. 19 per non utile: per non destare nel naturale istinto sessuale (concupiscibile appetito) del ragazzo qualche dannoso (men che utile) desiderio che assecondasse (inchinevole) l istinto stesso. 20 mai non avea: non aveva mai visto prima una donna. 21 so: capisco. 22 quanto è: per quanto mi riguarda. 23 agnoli: angeli. 24 cal: importa. 25 io le darò beccare: mi occuperò io di lei (con un allusione di tipo sessuale). 26 tu non sai donde elle s imbeccano!: il padre riprende la metafora sessuale utilizzata dal figlio. 27 incontanente: subito. L AUTORE / GIOVANNI BOCCACCIO / 605

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento