Il magnifico viaggio - volume 1

mile a quello che si coglie nelle vite dei santi. La devozione a Dio è il cardine di una conce zione sacra dell esistenza: la morte dell eroe si configura dunque come una sorta di trion fo, che gli conferisce una dimensione sovrumana e premia il soldato della cristianità con la salvezza eterna e il Paradiso. Uno stile volutamente elementare Il messaggio epico e religioso non fatica a raggiungere il pubblico popolare a cui il testo è indirizzato. Come esige il carattere didascalico della Chanson, la narrazione è elementare, il linguaggio efficacemente semplice, la sintassi lineare e paratattica, il ritmo lento e ca denzato, a volte monotono. Recitata a memoria dai giullari, diffusa oralmente come i poe mi epici antichi, riprende da quelli gli stessi moduli espressivi: si ripetono espressioni formulari (modi di dire fissi, destinati a imprimersi nella memoria dell uditorio), epiteti che qualificano i personaggi sottolineandone una caratteristica (per fare un esempio, Carlo è il re «dalla barba bianca ), espressioni che legano le diverse strofe (le lasse) attraverso repli che di verbi o di formule stereotipate. Non manca nemmeno l appello agli ascoltatori: l autore ricorre all imperativo «udite! per catturarne l attenzione e sottolineare i passag gi nevralgici della narrazione. La fortuna italiana Nei secoli seguenti, dalla Chanson de Roland nascono in tutta Europa numerose altre ver sioni del sacrificio dell eroe francese. Anche a distanza di molto tempo e in contesti or mai assai diversi da quello originale, la figura di Orlando continua a suscitare l interesse del pubblico e a stimolare l ispirazione dei poeti. Tra questi, i più importanti sono italia ni, attivi durante l epoca umanisticorinascimentale (XVXVI secolo). Il primo è il fiorenti no Luigi Pulci, che nel suo Morgante, un gigante convertito al cristianesimo da Orlando, descrive il nostro eroe alle prese con vicende comiche e popolari. Il secondo è l emiliano Matteo Maria Boiardo, che nell Orlando innamorato racconta con grande vivacità la passione che Orlando prova per la bella e mai raggiunta Angelica. Sopra tutti però svet ta Ludovico Ariosto con il suo Orlando furioso, insuperabile poema di amori, avventure e inesauste trovate fantastiche. Ma, nell opera ariostesca, del paladino della Chanson de Roland sopravvive ormai poco: da straordinario guerriero al servizio di Dio si è tramutato in un uomo come tutti gli altri, sensibile all amore fino a diventarne pazzo. Il linguaggio musicale Le composizioni dei trovatori e dei trovieri erano quasi tutte monodiche, cioè a una sola voce. I codici hanno tramandato solo le melodie e non indicazioni su eventuali esecuzioni strumentali; tuttavia dalle fonti iconografiche del tempo, soprattutto miniature, sappiamo che i canti dei trovatori e dei trovieri erano spesso accompagnati da strumenti, come piccole arpe o vielles (strumenti ad arco). L andamento delle melodie è oggi decifrabile abbastanza agevolmente, ciononostante l imprecisione della notazione del tempo riguardo alla ritmica rende molto problematico ogni tentativo moderno di interpretazione e di trascrizione. Tuttavia un dato sembra certo: se notevoli differenze separano la poesia provenzale da quella settentrionale, uno solo è il linguaggio musicale delle due scuole, alle cui radici sta probabilmente il movimento culturale irradiatosi nell XI secolo dai monasteri benedettini. 60 / LE ORIGINI E IL DUECENTO

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Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento