La produzione in lingua d’oc: la lirica provenzale

VIDEO La lirica provenzale La produzione in lingua d oc: la lirica provenzale Parallelamente allo sviluppo, nel Nord della Francia, di una letteratura in lingua d o l, si diffonde nella Francia meridionale, in particolare tra il Limosino e la Provenza, nella regione che oggi chiamiamo Occitania, l uso in ambito letterario della lingua d oc (dalla particella affermativa che significa sì in provenzale), parlata nelle corti e utilizzata dai trovatori in una cospicua produzione in versi, detta appunto trobadorica. Una cultura laica Della lirica trobadorica ci sono pervenuti circa 2600 componimenti poetici, ma solo 260 delle melodie che normalmente li accompagnavano. I trovatori appartengono talvolta alla nobiltà, essendo principi, cavalieri o, in qualche caso, dame; altre volte sono poeti di mestiere, che si spostano di corte in corte: tutti, a ogni modo, provengono dalle corti signorili, dove risiedono e lavorano a beneficio di un pubblico selezionato, che trova ribadita in questa produzione letteraria la propria etica feudale, improntata alle virtù cortesi della lealtà, della misura e della liberalità. Sia che compongano per diletto (come capita ad alcuni potenti signori) sia che lo facciano per professione (come avviene ai trovatori di origine più modesta), essi promuovono una cultura laica, del tutto emancipata dai valori religiosi, veicolo di un immaginario galante fondato sull eros e sull esaltazione gioiosa della bellezza. L amore cortese I trovatori cantano di guerra, a volte danno ammonimenti morali, non tralasciano del tutto la politica, ma è l amore il centro della loro ispirazione. Come viene prescritto nel trattato De amore di Andrea Cappellano (ca 1150-1220), che teorizza i princìpi dell amore cortese influenzando tutta la lirica provenzale ( Doc. 5, p. 37), l amore nasce dalla vista e si alimenta attraverso un ossessiva immaginazione destinata a modificare le capacità intellettuali dell amante. Si tratta per usare un espressione chiave provenzale di un «fin amor (amore perfetto), di un sentimento inteso come forma di elevazione spirituale del poeta il quale, attraverso l esperienza totalizzante del culto e della venerazione di una donna, innalza il proprio spirito. L amore è infatti elaborato secondo i codici stabiliti dai rapporti feudali: il poeta si relaziona alla donna amata come un vassallo al suo signore, offrendo una dedizione esclusiva e una promessa di devota sottomissione. Ciò spiega il suo atteggiamento reverenziale, l adorazione discreta, la lode smisurata: tutti aspetti che configurano il suo corteggiamento come una vera e propria servitù d amore . Da parte sua, la donna appare quasi irraggiungibile, arbitro assoluto di una relazione gerarchicamente sbilanciata: è per lo più una signora sposata, oggetto di una passione che non può essere soddisfatta, creatura inavvicinabile e innominabile al punto da essere evocata solo tramite un senhal, cioè uno pseudonimo volto a tutelarne l onore dai pettegolezzi delle malelingue. Il desiderio, del resto, si spegnerebbe se venisse soddisfatto: l attrazione erotica tende tanto più a crescere quanto più è concretamente irrealizzabile (non a caso una delle forme più frequenti di amore cortese è il cosiddetto amor de lonh, l amore lontano). Tuttavia la distanza incolmabile tra lo spasimante e l oggetto della sua passione non annulla la portata sensuale del sentimento: sebbene la poesia trobadorica contenga molti 56 / LE ORIGINI E IL DUECENTO

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento