Ninfale fiesolano

linconici, spesso di compianto per una condizione di infelicità) un genere assai praticato nelle letterature classiche. Il modello classico La tradizione è presente anche nella scelta della forma espressiva: una lettera indirizzata alle donne innamorate, il cui modello ricorda da vicino l Ovidio delle Heroides, opera costituita da alcune lettere di eroine (questo il vocabolo che traduce il titolo latino) del mito classico, le quali confessano agli amati le loro sofferenze d amore. Il poeta Ovidio (43 a.C. - 17/18 d.C.) è effettivamente uno degli autori elegiaci più importanti della tradizione latina e rappresenta, per Boccaccio, un precedente autorevole. L elemento di forte novità di Ovidio consisteva proprio nel dare voce alla donna. Nella precedente poesia amorosa, infatti, la donna/domina (cioè la donna/padrona ), pur rappresentando apparentemente il nucleo dell opera letteraria, era tuttavia un oggetto d amore, spesso inconsapevole e comunque muto e lontano. Invece con Ovidio e poi con Boccaccio che lo riprende la donna assume, seppur attraverso la penna maschile, il ruolo di chi prova sentimenti e li descrive. Amore senza condanne Mentre un personaggio come Francesca da Rimini, nel canto V dell Inferno, suscita in Dante un atteggiamento di condanna (sebbene unita all umana compassione), Fiammetta innamorata ha tutta la comprensione non solo di Boccaccio, ma anche dei lettori: l autore porta il pubblico a considerare l amore in quella chiave edonistica che più prepotentemente si riaffaccerà nel Decameron e che vedrà tante protagoniste femminili rivendicare il proprio diritto ad amare, anche nella dimensione dei sensi. Insomma, Fiammetta è una sorta di modello di quella spavalderia femminile rappresentata in diverse novelle (in particolare della Quarta giornata) del capolavoro di Boccaccio. NINFALE FIESOLANO Il nume tutelare del Ninfale fiesolano non è più Fiammetta, bensì Amore in persona, che guida l autore a raccontare una «storia molto antica . Nell opera un poemetto in 473 ottave scritto probabilmente tra il 1344 e il 1346 (ma alcuni studiosi lo retrodatano addirittura al periodo napoletano) Boccaccio elabora in forma leggendaria le origini dei torrenti Africo e Mensola, nei pressi di Firenze, e in tal modo racconta la fondazione di Fiesole. Il testo è il capostipite in volgare di un genere destinato ad avere grande successo nella poesia rinascimentale, quello della poesia idillico-mitologica e pastorale (per esempio con la Nencia da Barberino di Lorenzo il Magnifico e le Stanze per la giostra del Poliziano). Sandro Botticelli, La Primavera (particolare: le tre Grazie), 1478. Firenze, Galleria degli Uffizi. L AUTORE / GIOVANNI BOCCACCIO / 539

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento