T10 - Padre del ciel, dopo i perduti giorni

Padre del ciel, dopo i perduti giorni / T10 / Canzoniere, 62 / Una richiesta di perdono / Si tratta di un testo di anniversario, datato 1338 (anche se probabilmente rielaborato intorno al 1350), undici anni dopo l incontro con Laura, avvenuto il Venerdì Santo del 1327. Nel tempo, gradualmente, il poeta ha alimentato il proprio senso di colpa per non aver respinto le tentazioni di un sentimento peccaminoso. Per questo si rivolge a Dio, come in una preghiera, affinché lo aiuti a tornare sulla strada che conduce alla salvezza spirituale. METRO Sonetto con schema di rime ABBA, ABBA, CDE, CDE. 4 Padre del ciel, dopo i perduti giorni, dopo le notti vaneggiando spese, con quel fero desio ch al cor s accese, mirando gli atti per mio mal sì adorni, 8 piacciati omai col Tuo lume ch io torni ad altra vita et a più belle imprese, sì ch avendo le reti indarno tese, il mio duro adversario se ne scorni. 11 Or volge, Signor mio, l undecimo anno ch i fui sommesso al dispietato giogo che sopra i più soggetti è più feroce. 14 Miserere del mio non degno affanno; reduci i pensier vaghi a miglior luogo; ramenta lor come oggi fusti in croce. Laura ritratta con cappuccio e veste damascata, in un'illustrazione tratta da un volume sui costumi dei secoli XIII-XV. 1 perduti: sprecati inutilmente. 2 vaneggiando: in vane occupazioni. 3 con quel s accese: insieme alla fero- ce passione che mi divampò nel cuore. 4 mirando adorni: contemplando gli atti (di Laura) per mia disgrazia così belli. 5 col Tuo lume: per effetto della luce della tua misericordia. 7 indarno: invano. 8 duro se ne scorni: il mio tenace avversario (cioè il diavolo) resti scornato. 10 ch i giogo: da quando io fui sottomesso allo spietato dominio (di Amore). 11 soggetti: sottomessi. 12 Miserere: abbi pietà (latino). 13 reduci vaghi: riconduci i miei pen- sieri erranti, instabili. 14 ramenta croce: ricorda loro che oggi (cioè 6 aprile, Venerdì Santo) fosti crocifisso. X Le parole valgono giogo Il giogo è lo strumento usato come mezzo di attacco per i bovini: da qui, l idea figurata connessa al verbo soggiogare, che significa assoggettare , sottomettere , ridurre in proprio potere . In tal modo giogo finisce per essere sinonimo di servitù, di soggezione («patire sotto il giogo straniero ), ma anche, in modo più attenuato, di dipendenza o tutela (e così abbiamo frasi del tipo: «I giovani non vogliono sottostare al giogo della famiglia ). Chi si trova sotto il giogo dunque è in una condizione di subalternità e perfino di umiliazione, come accadde ai Romani quando furono costretti dai Sanniti ad abbassarsi e a passare sotto il giogo, cioè in questo caso un asta sostenuta da due altre piantate nel terreno. £ Potremmo trovare il sostantivo giogo anche in frasi simile a questa: «La tappa del Giro d Italia si conclude al giogo dello Stelvio . Che significato assume qui? L AUTORE / FRANCESCO PETRARCA / 471

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento