T9 - Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io

Guido, i vorrei che tu e Lapo ed io / T9 / Rime / Amicizia, amore, viaggio / Il raffinato sogno d evasione descritto in questo celebre sonetto evidenzia una componente fondamentale dell esperienza stilnovistica: l importanza dei legami d amicizia tra i membri del cenacolo fiorentino. METRO Sonetto con schema di rime ABBA ABBA CDE EDC. Audio LETTURA 4 Guido, i vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per incantamento, e messi in un vasel ch ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio, 8 sì che fortuna od altro tempo rio non ci potesse dare impedimento, anzi, vivendo sempre in un talento, di stare insieme crescesse l disio. 11 E monna Vanna e monna Lagia poi con quella ch è sul numer de le trenta con noi ponesse il buono incantatore: 14 e quivi ragionar sempre d amore, e ciascuna di lor fosse contenta, sì come i credo che saremmo noi. 1 Guido: Cavalcanti. Lapo: è Lapo Gian- ni, un altro poeta stilnovista. 2 per incantamento: per un incantesimo. 3 vasel: vascello, piccola imbarcazione. Allude alla nave incantata di Merlino (al quale si riferisce il v. 11). ad ogni vento: con qualunque vento. 5 fortuna: fortunale, tempesta. rio: cattivo, avverso. 6 dare impedimento: impedire la nostra vita di sogno. 7 in un talento: con un unico (unus, latino) desiderio, in concordia d intenti. 8 l disio: il desiderio. 9 monna Vanna e monna Lagia: madonna Giovanna, la donna amata da Guido, e monna Lagia (o Alagia), l amata di Lapo. 10 quella trenta: Dante aveva composto una poesia, oggi perduta, sulle più belle donne di Firenze, una sorta di graduatoria nella quale la donna da lui amata a quel tempo occupava il trentesimo posto (Beatrice, invece, figurava al nono). Si tratta forse della Fioretta di cui parla nella Vita nuova, la prima donna dello schermo (che serviva cioè a schermare, vale a dire a nascondere, il suo amore per Beatrice). 11 ponesse: è retto dal vorrei del primo verso (come i successivi verbi ragionar e fosse). il buono incantatore: è per anto- nomasia il mago Merlino, personaggio dei romanzi del ciclo di re Artù e della Tavola Rotonda. 12 ragionar: parlare. le parole valgono talento Nella Grecia antica tàlanton era il piatto della bilancia e, da qui, un unità di misura di massa e peso o una moneta. Questa parola dunque ha sempre avuto a che fare con una ricchezza o con una capacità: in una parabola biblica, i talenti affidati dal signore ai suoi servi simboleggiavano i doni che Dio ha affidato all uomo perché li valorizzasse. Ciascuno di noi deve mettere a frutto, se ce l ha, il proprio talento, ovvero quell inclinazione innata che è una dote ma al tempo stesso una responsabilità: per non sentirci dire un giorno «Che talento sprecato il tuo! . Il sostantivo talento ricorre anche in alcune frasi fatte: nelle due seguenti quale significato assume? «Questa è una decisione che non mi va a talento ; «Vuole sempre agire di proprio talento . Il mese di Maggio (particolare). Trento, Castello del Buonconsiglio. L AUTORE / DANTE ALIGHIERI / 287

Il magnifico viaggio - volume 1
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Dalle origini al Trecento