Nell’Introduzione alla Prima giornata (che di fatto, come abbiamo detto, funge da introduzione all’intera opera) viene descritta la peste a Firenze e, subito dopo, si racconta della decisione dei dieci giovani della brigata di sfuggire al contagio recandosi nel contado. In un ambiente diverso si sperimenteranno nuove condizioni di vita, sottratte al disordine (materiale e morale) che l’epidemia ha prodotto in città. E soprattutto si deciderà di narrare le novelle che andranno a costituire il Decameron. Ne riportiamo alcuni passi significativi.
T4 - La peste e la brigata
T4
La peste e la brigata
Decameron, I, Introduzione
DENTRO IL TESTO
I contenuti tematici
Questo lungo brano tratto dall’Introduzione alla Prima giornata può essere suddiviso in due parti: nella prima si descrivono i terribili effetti della pestilenza del 1348; nella seconda si narra di come sette fanciulle e tre giovani decidano di rifugiarsi in un luogo ameno fuori città, stabilendo in seguito di occupare il proprio tempo narrando ciascuno una novella ogni giorno (esclusi il venerdì e il sabato, dedicati alle preghiere). La descrizione della peste è attenta e minuziosa. Boccaccio, però, non si limita a sottolineare la gravità del male o a elencare le scene orribili a cui la malattia ha dato origine, ma si sofferma ad analizzare le conseguenze morali e civili da essa provocate. In particolare l’autore mostra come la peste abbia finito per soffocare i sentimenti migliori degli esseri umani, quali la pietà e la carità nei confronti dei propri simili.
Le scelte stilistiche
L’andamento del periodare appare ordinato e solenne, nella lentezza e nell’ampiezza delle frasi. La descrizione di Boccaccio potrebbe dunque sembrare, a prima vista, quasi fredda e distaccata; in realtà, leggendo con attenzione, si colgono i sentimenti dell’autore: l’amarezza, lo sdegno, l’orrore. La sua partecipazione emotiva è sottolineata dal periodo con cui si conclude la descrizione della peste (Che più si può dire, […] se non che tanta e tal fu la crudeltà del cielo…, rr. 127 e ss.): un periodo retoricamente sostenuto, che rende il senso di sgomento dell’autore di fronte agli effetti del terribile morbo. Più semplice e pacata è invece la sintassi della parte relativa alla descrizione della vita della brigata in campagna: l’ordine che i giovani hanno ritrovato nell’esperienza di isolamento dal male si riflette sul piano stilistico.
VERSO LE COMPETENZE
COMPRENDERE
1 Sintetizza le quattro diverse teorie relative al modo di sfuggire la peste e i comportamenti che ne conseguono.
2 A proposito di coloro che per denaro assistono gli appestati, l’autore scrive: e servendo in tal servigio sé molte volte col guadagno perdeano (rr. 76-77). Che cosa vuol dire?
3 Quale usanza funebre viene descritta da Boccaccio?
4 Boccaccio afferma che tra il marzo e il luglio del 1348 a Firenze
- a rimasero in vita centomila persone.
- b si ammalarono centomila persone.
- c guarirono centomila persone.
- d morirono centomila persone.
ANALIZZARE
5 Per quale motivo, all’inizio del brano, l’autore sottolinea il fatto di essere stato testimone oculare della peste?
6 Quali comportamenti dei suoi concittadini durante la peste sono particolarmente biasimati da Boccaccio e perché?
7 Individua, nel passo compreso tra le rr. 114-126, tutti termini indicanti numero o quantità: che cosa vogliono sottolineare?
8 L’autore ha molto a cuore l’onorabilità e la rispettabilità dei componenti della brigata: da che cosa lo si capisce?
9 Per quale motivo Pampinea propone di passare il tempo novellando? A quale altro passatempo lo contrappone e perché?
INTERPRETARE
10 L’autore riesce a dare una spiegazione delle cause della pestilenza? Che tipo di mentalità ne emerge?
11 A quali principi e valori si ispira la vita della brigata nel palagio? Sono valori cortesi o borghesi? Esponi le tue considerazioni.
Educazione CIVICA – Spunti di realtà
OBIETTIVO
3 SALUTE E BENESSERE
Nella parte iniziale dell’Introduzione (r. 17) Boccaccio descrive come, all’infuriare dell’epidemia, molti reagirono abbandonando a sé stessi «gl’infermi». Ancora oggi, specie in alcune zone del mondo (anche quelle più progredite), non sempre ai più deboli è garantito il diritto alla salute. L’articolo 32 della Costituzione italiana afferma: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».
• Ti sembra che sia sempre così? Ragiona su questo tema in un testo argomentativo, portando esempi concreti (non basati sul “sentito dire”, ma su dati e fonti autorevoli) a sostegno della tua tesi.
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento