Metro Sonetto con schema di rime ABBA ABBA CDE CDE.
Metro Sonetto con schema di rime ABBA ABBA CDE CDE.
Canzoniere, 1
Audiolettura
Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond’io nudriva ’l core
in sul mio primo giovenile errore
4 quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono:
del vario stile in ch’io piango et ragiono,
fra le vane speranze e ’l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
8 spero trovar pietà, nonché perdono.
Ma ben veggio or sì come al popol tutto
▶ favola fui gran tempo, onde sovente
11 di me medesmo meco mi vergogno;
e del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto,
e ’l pentérsi, e ’l conoscer chiaramente
14 che quanto piace al mondo è breve sogno.
Petrarca definisce il proprio amore per Laura un errore (v. 3). Ciò significa che egli offre un giudizio negativo dell’esperienza amorosa. Tale netta valutazione, posta nel componimento iniziale della raccolta, determina una chiara prospettiva etico-morale, che si riverbera su tutti i singoli componimenti.
Le ragioni e il senso di questo errore si definiranno nel corso della raccolta. Intanto, però, si possono facilmente intuire i motivi del valore negativo attribuito all’amore per Laura. Si tratta, infatti, di una passione esclusivamente terrena e come tale considerata peccaminosa, non di un amore illuminato dalla grazia divina, come quello di Dante per Beatrice nella Commedia.
Nel sonetto si evidenzia una forte contrapposizione tra presente e passato, attraverso l’alternanza dei diversi tempi verbali. Se il passato era stato il tempo dell’errore, cioè del peccato, il presente è invece il tempo del ravvedimento e della vergogna. Si tratta di una contrapposizione non statica, bensì dinamica: la dialettica tra i due poli – passione e pentimento – è ancora in atto al momento della scrittura. La scissione non è dunque superata: anche quando Petrarca si accinge a tracciare il bilancio della propria vicenda umana e poetica, non può rinnegare del tutto il suo passato, dunque l’uomo “antico” continua a convivere in lui con quello nuovo.
L’andamento sintattico delle due quartine è diverso da quello delle due terzine. Le quartine sono costituite da un unico periodo, il cui verbo principale, spero, compare soltanto al v. 8. È perciò un periodo ampio, che copre ben otto versi, e dalla struttura sintattica ricca di proposizioni subordinate (cinque relative: ch’ascoltate…, ond’io nudriva…, ch’i’ sono…, in ch’io piango et ragiono…, chi per prova intenda…; una temporale: quand’era…; una limitativa: ove sia…).
Ciò conferisce al testo un senso di dilatazione e di sospensione. Più semplice, invece, è la sintassi nelle terzine, che formano ciascuna un periodo a sé stante. Nella sua maggiore essenzialità, così, la conclusione assume un tono quasi di sentenza morale. Tuttavia lo sconfinamento del discorso oltre la misura del verso, e dunque un analogo senso di dilatazione della sintassi, è ottenuto nelle terzine dai frequenti enjambement: particolarmente rilevati quelli tra i vv. 9-10, 10-11, 13-14; mentre nelle quartine si può segnalare quello ai vv. 1-2.
1 A chi si rivolge l’autore con il Voi del v. 1?
2 Perché il poeta dice di essere stato per molto tempo favola (v. 10) per la gente?
3 Che cosa ha imparato il poeta?
4 Indica i verbi relativi al vissuto presente e quelli relativi all’esperienza passata.
5 Per sottolineare la contrapposizione tra passato e presente l’autore utilizza due volte la figura retorica dell’antitesi: in quali versi?
6 Al v. 1 l’autore ricorre al verbo “ascoltare” anziché “leggere”: secondo te, perché?
7 Petrarca parla di vergogna (v. 12) e di pentimento (’l pentérsi, v. 13). Prova a definire la differenza di significato tra questi quattro vocaboli appartenenti a una stessa area semantica:
vergogna • pentimento • rimorso • rimpianto
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento