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Il diavolo nel Medioevo

Le raffigurazioni del Male

In molte religioni il male è incarnato da una figura soprannaturale che simboleggia il peccato: nella cultura ebraica e poi cristiana, il diavolo, dal greco “colui che divide”, è un angelo che si è ribellato a Dio per un atto di orgoglio. Lucifero, la più bella delle creature celesti, si trasforma così in Satana, il maligno che porta divisione e scompiglio tra gli esseri umani.
Un mostro divoratore

La sua natura è complessa e sfaccettata, e così la sua rappresentazione nel Medioevo assume svariate forme, tutte contrassegnate dalla metamorfosi e dalla capacità di trasformarsi. Fino al IX-X secolo è in genere rappresentato come un piccolo uomo deforme, caratterizzato dagli occhi di fuoco e dal naso lungo e ricurvo: a questa immagine se ne affianca tuttavia un’altra, assai differente, di un demonio gigante e dotato di artigli, che tutto distrugge e divora.

Così compare, per esempio, nei mosaici duecenteschi che decorano l’interno del Battistero di Firenze: un mostro scuro e gigantesco, seduto su un trono di fuoco, con grandi corna sul capo, dalle cui orecchie d’asino escono serpenti, intento a sbranare i dannati nell’inferno e a stritolarli con le braccia spalancate.

In forma di animale

Sono queste caratteristiche animalesche che tendono a prevalere nei secoli centrali del Medioevo, quando il demonio è raffigurato ancora in forme antropomorfe, ma è sempre bruno, cornuto e assume per lo più caratteristiche mostruose.

Viene rappresentato talvolta come un caprone, con gli zoccoli unghiati, talvolta invece come un leone, oppure ancora, frequentemente, come un rettile. Nell’Antico Testamento, infatti, nel libro della Genesi, è il serpente, animale percepito come astuto e tentatore, a offrire a Eva il frutto dell’albero della conoscenza e a causare dunque il peccato originale.

Nero come un pipistrello

Quando il diavolo compare come mostro multiforme, ha spesso le corna, che diventano un simbolo visibile del peccato, ma anche le ali, non più lucenti e multicolori come quelle degli angeli, ma nere e appuntite come quelle dei pipistrelli: pipistrelli neri sono i diavoli che san Francesco caccia da Arezzo nelle storie del santo dipinte dalla bottega di Giotto nella Basilica superiore di Assisi, che narrano come il santo, con un esorcismo, abbia liberato la città dalla possessione demoniaca.

Per quanto riguarda l’aspetto cromatico, il nero è il colore che viene più spesso associato a Satana, insieme al rosso, che richiama il sangue e le fiamme dell’inferno.

Il magnifico viaggio - volume 1
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