Rime

Rime

La raccolta delle Rime contiene i componimenti poetici giovanili non entrati nella Vita nuova, ma anche alcune liriche appartenenti al periodo dell’esilio. Nel complesso si tratta di 54 testi (altri 26 sono di dubbia attribuzione) tra sonetti, ballate e canzoni, difficilmente databili nei loro diversi momenti compositivi, se non per quello prestilnovistico e stilnovistico. La raccolta non è stata strutturata dall’autore con l’intento di darle una forma organica, ma è stata ordinata dagli editori moderni per la pubblicazione in una sorta di canzoniere.

Nelle Rime Dante svolge una ricerca letteraria ad ampio raggio, spesso caratterizzata da una forte tendenza sperimentale, soprattutto sul piano dello stile: è un apprendistato che risulterà assai utile al momento della stesura della Divina Commedia.

Nell’ambito di tale amplissimo ventaglio espressivo troviamo temi e toni molto diversi tra loro. Un primo gruppo consistente è quello dei componimenti legati allo Stilnovo ( T9, p. 287) e in particolare all’imitazione del modello cavalcantiano. Sempre all’interno delle Rime troviamo poi testi alla maniera di un poeta come Guittone d’Arezzo (precedenti la fase stilnovistica), altri di contenuto dottrinale e allegorico.

Un gruppo ben individuabile di rime è quello delle cosiddette “petrose” (quattro testi tra i quali il più noto è la canzone Così nel mio parlar voglio esser aspro,  T11, p. 294), scritte, forse intorno al 1295, per una Pietra o per una donna dura come pietra, una figura femminile crudele (difficilmente identificabile con una persona reale), oggetto di un amore non corrisposto, espresso in toni drammatici e con uno stile tecnicamente complesso. In verità tali componimenti testimoniano intenti di esercitazione letteraria molto più che vicende biograficamente o psicologicamente determinate.

Allo stesso periodo risalgono probabilmente i sonetti della tenzone con l’amico Forese Donati ( T12, p. 298), fratello di Corso (il capo dei guelfi neri): Dante e Forese si rimproverano e rinfacciano in sei sonetti, tre per ciascuno, colpe e difetti d’ogni genere, e lo fanno con parole molto dure; ma si tratta, ancora una volta, di una pratica letteraria.

Nei componimenti petrosi Dante ricerca un’espressività più aspra, opposta a quella dolce dello Stilnovo, mentre in quelli della tenzone con Forese si avvicina ai modi della poesia comico-realistica. Entrambe queste esperienze verranno messe a frutto in alcuni canti dell’Inferno: se in queste rime possiamo ravvisare una sorta di tirocinio, nella prima cantica della Commedia Dante coglierà i frutti maturi di questa fase di formazione.

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento