Dante Alighieri

I GRANDI TEMI

1 Nel segno dell’Amore: lo “stil novo” di Dante

Le esperienze poetiche di cui abbiamo trattato finora – anche quelle più importanti – non valicano mai la soglia del componimento d’occasione né superano gli orizzonti ristretti, nella lingua come nell’ispirazione, ereditati essenzialmente dalla lirica provenzale. La svolta letteraria dantesca sta in primo luogo nella volontà dell’autore di collocare la propria materia autobiografica su un piano espressivo e simbolico più ampio, capace di compendiare tutte le conoscenze possibili. Il mondo dell’immaginazione di Dante non può prescindere dal contesto in cui egli operò, dalla cronaca e dalla realtà in cui si immerse, ma dall’epicentro delle sue lotte e delle sue passioni, Firenze, il suo itinerario lo porta a indagare la realtà universale, il destino dell’essere umano, le sue azioni, le sue passioni e i suoi vizi.

In tutta la produzione dantesca riecheggiano le correnti di pensiero del suo tempo, così come pulsano i tormenti di un uomo angustiato dalle sciagure politiche e dai conflitti che dilaniavano i comuni italiani. Ma la missione intellettuale a cui egli è sempre rimasto fedele lo induce a superare ogni dimensione ristretta e contingente, a non rinunciare mai al proprio impegno letterario e civile: un impegno volto a indirizzare le azioni umane verso il bene, coniugando la verità della fede con gli strumenti della ragione.

Per questo non dobbiamo stupirci del fatto che sia l’esperienza reale a fornire a Dante la prima materia della poesia. Il giovanile innamoramento per Beatrice costituisce infatti il nucleo fondamentale di tutta la sua poetica, destinato certo a evolversi nel corso degli anni ma mai a venir meno. La riflessione sull’amore come forza che governa il mondo e che abbraccia tutti i suoi esseri inizia all’interno del contesto culturale stilnovistico, supera la tradizione cortese per arricchirsi da subito di complesse implicazioni filosofiche e spirituali. L’amore è per Dante esperienza di conoscenza e di perfezionamento interiore, via privilegiata per un accesso alla dimensione trascendente, strumento essenziale per conseguire la felicità.
Nel capolavoro della sua fase stilnovistica, la Vita nuova, la natura di questo sentimento viene esplorata in tutte le sue manifestazioni: Beatrice viene esaltata come una creatura inviata da Dio sulla Terra non solo per la salvezza del suo fedele, ma per la felicità di tutti coloro che sono disposti a comprenderne la nobiltà. L’amore nei suoi confronti si sgancia da ogni concreto aspetto mondano e diventa in tal modo un sentimento disinteressato: esso si traduce in un nuovo modo di fare poesia, che si realizza nell’esaltazione della bellezza di Beatrice e nella sua lode, senza richiedere nulla in cambio. La donna non è più assimilabile a un angelo (come avveniva nei poeti stilnovisti) ma è essa stessa un angelo, capace di mettere in comunicazione la dimensione umana e quella divina: da qui il suo nome, Beatrice, ovvero “che porta beatitudine”.
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L’amore profano, che nasce da una vicenda reale, finisce così per tramutarsi in un amore sacro, depurato di ogni riflesso terreno e sensuale. Nella Commedia, Beatrice non perde la sua fisionomia di persona storica, ma acquista caratteri realistici nuovi. Incarnando precisi significati allegorici (la fede, la teologia) e suscitando la crescita delle facoltà umane di Dante, può portare a termine nel Paradiso la sua missione di salvezza innalzandolo fino a Dio, guidandolo alla scoperta della verità rivelata e liberandolo dalla schiavitù del peccato.

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento