Specchi incantati - volume A

I generi UNIT 1 La fiaba e la favola 15 20 r. 22 La frequenza della congiunzione coordinativa e costituisce un importante modalità sintattica. es. 4 rr. 24-25 Le figure retoriche rendono il testo più vivo per il lettore. es. 6 25 30 35 40 45 50 che bolliva e fece l atto di scoperchiarla, per vedere che cosa ci fosse dentro, ma la pentola era dipinta sul muro. Immaginatevi come restò. Il suo naso, che era già lungo, gli diventò più lungo almeno quattro dita. Allora si dette a correre per la stanza e a frugare per tutte le cassette e per tutti i ripostigli in cerca di un po di pane, magari un po di pan secco, un crosterello,4 un osso avanzato al cane, un po di polenta muffita,5 una lisca di pesce, un nocciolo di ciliegia, insomma qualche cosa da masticare: ma non trovò nulla, il gran nulla, proprio nulla. E intanto la fame cresceva, e cresceva sempre: e il povero Pinocchio non aveva altro sollievo che quello di sbadigliare, e faceva degli sbadigli così lunghi, che qualche volta la bocca gli arrivava fino agli orecchi. E dopo avere sbadigliato, sputava, e sentiva che lo stomaco gli andava via.6 Allora piangendo e disperandosi, diceva: «Il Grillo parlante aveva ragione. Ho fatto male a rivoltarmi al mio babbo e a fuggire di casa... Se il mio babbo fosse qui, ora non mi troverei a morire di sbadigli! Oh! Che brutta malattia che è la fame! . Quand ecco che gli parve di vedere nel monte della spazzatura qualche cosa di tondo e di bianco, che somigliava tutto a un uovo di gallina. Spiccare un salto e gettarvisi sopra, fu un punto solo.7 Era un uovo davvero. La gioia del burattino è impossibile descriverla: bisogna sapersela figurare. Credendo quasi che fosse un sogno, si rigirava quest uovo fra le mani, e lo toccava e lo baciava, e baciandolo diceva: «E ora come dovrò cuocerlo? Ne farò una frittata?... No, è meglio cuocerlo nel piatto!... O non sarebbe più saporito se lo friggessi in padella? O se invece lo cuocessi a uso uovo da bere? No, la più lesta di tutte è di cuocerlo nel piatto o nel tegamino: ho troppa voglia di mangiarmelo! . Detto fatto, pose un tegamino sopra un caldano8 pieno di brace accesa: messe9 nel tegamino, invece d olio o di burro, un po d acqua: e quando l acqua principiò a fumare, tac!... spezzò il guscio dell uovo, e fece l atto di scodellarvelo10 dentro. Ma invece della chiara e del torlo11 scappò fuori un pulcino tutto allegro e complimentoso, il quale facendo una bella riverenza12 disse: «Mille grazie, signor Pinocchio, d avermi risparmiata la fatica di rompere il guscio! Arrivedella,13 stia bene e tanti saluti a casa! . Ciò detto distese le ali e, infilata la finestra che era aperta, se ne volò via a perdita d occhio.14 Il povero burattino rimase lì, come incantato, cogli occhi fissi, colla bocca aperta e coi gusci dell uovo in mano. Riavutosi, peraltro, dal primo sbigottimento, cominciò a piangere, a strillare, a battere i piedi in terra, per la disperazione, e piangendo diceva: 4. crosterello: voce toscana indicante una crosta di pane secco. 5. muffita: ammuffita. 6. andava via: veniva meno. 7. un punto solo: questione di un attimo. 8. caldano: recipiente metallico o in terracot- 86 ta contenente la brace per scaldarsi, in uso nelle abitazioni antiche. 9. messe: mise. 10. scodellarvelo: versarvelo. 11. della chiara e del torlo: dell albume e del tuorlo. 12. riverenza: profondo inchino usato in passato per salutare in modo rispettoso. 13. Arrivedella: arrivederla. 14. a perdita d occhio: fuori dalla portata dello sguardo.

Specchi incantati - volume A
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Narrativa