Se ti è piaciuto - Il racconto spiazzante della Shoah

Il racconto spiazzante della Shoah Come raccontare la soluzione finale ? E soprattutto, come essere credibili di fronte all indicibile? Per molti sopravvissuti Auschwitz impone il silenzio: la scrittura, come ogni forma artistica, è uno strumento inadeguato, una testimonianza incapace di trasmetterne le immagini, il senso, la verità più profonda. Se per Levi la penna può essere usata come una terapia rigeneratrice e come un appiglio per tornare alla vita, altri artisti hanno utilizzato forme e linguaggi diversi per comunicare l orrore. Lo statunitense Art Spiegelman si è servito addirittura della graphic novel: il fumetto Maus (1980) descrive infatti l esperienza del padre dell autore, sopravvissuto ai campi di concentramento. Con un originale scelta figurativa, tutti i personaggi sono rappresentati come animali dall aspetto umano: gli ebrei hanno il volto di topi (Maus, in tedesco), i nazisti di gatti, i polacchi di maiali, gli americani di cani. Questo permette di raffigurare con efficacia la disumanizzazione della vita nei lager. Sopra, il fumetto Maus (1980). Sotto, Roberto Benigni in una scena del film La vita è bella (1997). E se spiazzante fosse invece il modo per descrivere la tragedia? Diversamente dalla maggioranza delle testimonianze letterarie e cinematografiche sulla Shoah, alcune pellicole fanno pensare provocando, coniugando il dolore con la comicità. Si può ridere fuggendo dalle SS? Il film Train de vie, girato nel 1998 dal regista rumeno Radu Mihaileanu, rinuncia a spiegare la malvagità umana: la violenza può essere soltanto parodiata. E così nell estate del 1941, in un villaggio ebraico dell Europa orientale, dopo una corsa a perdifiato per i boschi, il pazzo del luogo avvisa che i tedeschi stanno catturando gli ebrei. L unica via di fuga è organizzare un finto treno di deportazione, che però porti i malcapitati in Palestina. La carovana si mette in marcia, riuscendo tra mille peripezie a sottrarsi ai nazisti, raggiungendo il confine sovietico. La sgangherata compagnia viene dunque premiata dal lieto fine? La conclusione impone, drammaticamente, i diritti tragici della verità. L immaginazione non può impedire il dolore e la morte, ma aiuta a sopportarli, come accade anche in La vita è bella, interpretato e diretto da Roberto Benigni nel 1997: qui il gioco è lo strumento utilizzato da un padre per alleviare le sofferenze del figlioletto e tenerlo nascosto nel campo di concentramento dove i due si trovano reclusi. La bugia è una necessità quotidiana quando la realtà è insopportabile: lo sanno bene Jakob, il commerciante polacco descritto da Jurek Becker e interpretato nel 1999 da Robin Williams nel film Jakob il bugiardo, e il bambino protagonista di Jojo Rabbit (2019), una favola nera che lascia comprendere quanto fosse drammatico crescere sotto una dittatura. La locandina del film Jojo Rabbit (2019). 594

Specchi incantati - volume A
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Narrativa