Specchi incantati - volume A

Primo Levi ANALISI ATTIVA La natura umana Oggi e qui (r. 5), afferma con desolazione Levi, non ci possiamo porre obiettivi complicati, perché per noi deportati la questione è più semplice (rr. 3-4): non si tratta, infatti, di progettare il futuro, ma solo di arrivare a primavera (r. 5), di mangiare e arrivare a sera. Con oggettività, il narratore osserva il comportamento degli esseri umani brutalmente ridotti al semplice istinto di conservazione: la privazione del necessario mette in luce, infatti, le proprietà della sostanza umana (r. 2), vale a dire la nuda natura dell uomo, che si rivela spietata e crudele tanto più è impegnata nella lotta per la sopravvivenza (come si vede per gli ebrei di Salonicco, ormai veterani del campo, o per Felicio, che ha già fronteggiato l orrore a Birkenau e sente il feroce entusiasmo di essere ancora vivo). 1. Quando Ziegler pronuncia la frase il peggio è passato (r. 20), a cosa si riferisce con il peggio? a Al pericolo di morire di fame. contraddittorietà, un incoerenza. In cosa consiste questa contraddizione? Completa la seguente frase aggiungendo i termini adatti. b Al pericolo di morire di freddo. Il campanile di solito sorge accanto a una ___________ c Al pericolo di morire uccisi dalle guardie. __________________________________________ , e quindi è un simbolo d Al pericolo di essere mandati nelle camere a gas. 2. Levi avverte un incongruenza (r. 32) nella pre- di ___________________________________________ , mentre Auschwitz è un luogo di _________________________________________ . senza di un campanile ad Auschwitz, cioè una La torre di Babele Mentre il cielo sereno annuncia la stagione più mite, lo sterminato intrico di ferro, di cemento, di fango e di fumo (r. 41) della Buna simboleggia la negazione della speranza e il trionfo dell insensatezza. Qui perfino capire è arduo, tanto arduo quanto assolutamente vitale: un ordine frainteso, un informazione non colta, un istruzione ignorata possono, infatti, condurre a conseguenze tragiche e, spesso, alla morte. Nel lager regna una totale confusione linguistica, dove convivono il tedesco, il francese, l italiano, il polacco, l ungherese, il russo, l inglese: lingue amiche e nemiche si giustappongono e si contaminano in un idioma discorde che parla di dolore e di sopraffazione. La mescolanza dei linguaggi viene presentata attraverso il mito biblico di Babele: all antica torre, costruzione innalzata dall arroganza umana per la conquista dei cieli, viene paragonata la superba e inutile Torre del Carburo, al centro della Buna. Superba perché, il lager ne è la prova, è stata eretta dal disprezzo di Dio e degli uomini (rr. 60-61) in nome del sogno demente (r. 59) della superiorità razziale. Inutile perché la fabbrica non è mai entrata in funzione e gli schiavi, morti in moltitudine nella sua costruzione, sono dunque morti invano. Per questo, la torre è vibrante d odio e l odio, contro la bestemmia di pietra (r. 70) che essa rappresenta, viene rivendicato dal narratore come una maledizione legittima, in un raro passo di incandescente indignazione. 3. La seguente descrizione della Buna, la fabbrica dove Levi viene portato a lavorare, contiene alcune inesattezze. Riscrivila integralmente, dopo aver proceduto alle opportune correzioni. La Buna è una fabbrica che produce armi da guerra. Vi lavorano circa ventimila operai, uomini e donne, tutti stranieri; i dirigenti sono tedeschi o francesi. Tutti gli stranieri abitano in diversi lager che sorgono all interno della fabbrica. Dal lager degli ebrei provengono cinquemila lavoratori, quasi tutti di nazionalità russa o tedesca. Ai prigionieri ebrei è stato affidato il compito di costruire un enorme padiglione che sorge nella parte centrale della fabbrica, chiamato Ziegel. 4. Qual è la maledizione che incombe sulla fabbrica, alla quale fa riferimento Levi alla r. 65? 591

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Narrativa