Specchi incantati - volume A

Primo Levi 30 35 40 45 50 55 Felicio il greco mi conosce: «L année prochaine à la maison! , mi grida; ed aggiunge: « à la maison par la Cheminée! . 8 Felicio è stato a Birkenau.9 E continuano a cantare, e battono i piedi in cadenza,10 e si ubriacano di canzoni. Quando siamo finalmente usciti dalla grande porta del campo, il sole era discretamente alto e il cielo sereno. Si vedevano a mezzogiorno le montagne; a ponente, familiare e incongruo, il campanile di Auschwitz (qui, un campanile!) e tutto intorno i palloni frenati dello sbarramento.11 I fiumi della Buna12 ristagnavano nell aria fredda, e si vedeva anche una fila di colline basse, verdi di foreste: e a noi si è stretto il cuore, perché tutti sappiamo che là è Birkenau, che là sono finite le nostre donne, e presto anche noi vi finiremo: ma non siamo abituati a vederlo. Per la prima volta ci siamo accorti che, ai due lati della strada, anche qui i prati sono verdi: perché, se non c è il sole, un prato è come se non fosse verde. La Buna no: la Buna è disperatamente ed essenzialmente opaca e grigia. Questo sterminato intrico di ferro, di cemento, di fango e di fumo che è la negazione della bellezza. Le sue strade e i suoi edifici si chiamano come noi, con numeri e lettere, o con nomi disumani e sinistri.13 Dentro al suo recinto non cresce un filo d erba, e la terra è impregnata dei succhi velenosi del carbone e del petrolio, e nulla è vivo se non macchine e schiavi: e più quelle di questi. La Buna è grande come una città; vi lavorano, oltre ai dirigenti e ai tecnici tedeschi, quarantamila stranieri, e vi si parlano quindici o venti linguaggi. Tutti gli stranieri abitano in vari Lager, che alla Buna fanno corona: il Lager dei prigionieri di guerra inglesi, il Lager delle donne ucraine, il Lager dei francesi volontari, e altri che non conosciamo. Il nostro Lager (Judenlager, Vernichtungslager, Kazett)14 fornisce da solo diecimila lavoratori, che vengono da tutte le nazioni d Europa; e noi siamo gli schiavi degli schiavi, a cui tutti possono comandare, e il nostro nome è il numero che portiamo tatuato sul braccio e cucito sul petto. La Torre del Carburo,15 che sorge in mezzo alla Buna e la cui sommità16 è raramente visibile in mezzo alla nebbia, siamo noi che l abbiamo costruita. I suoi mattoni sono stati chiamati Ziegel, briques, tegula, cegli, kamenny, bricks, téglak,17 e l odio li ha cementati; l odio e la discordia, come la Torre di Babele, e così noi la chiamiamo: Babelturm, Bobelturm;18 e odiamo in essa 8. L année prochaine par la Cheminée!: Felicio parla in francese: L anno prossimo a casa a casa attraverso il camino! . 9. Birkenau: era il tristemente noto campo di sterminio dove si gassavano e si cremavano i deportati inabili al lavoro. Il camino di cui parla Felicio è la ciminiera dei forni crematori. La frase di Felicio è, dunque, da intendersi come sarcastica. 10. in cadenza: a ritmo. 11. palloni frenati dello sbarramento: sistema di difesa contro le incursioni aeree, costituito da palloni aerostati ancorati a terra da cavi metal- lici e posti a distanza ravvicinata per impedire il passaggio di aeroplani a bassa quota. 12. I fiumi della Buna: come tutti gli impianti industriali, la Buna necessitava per il suo funzionamento di grandi quantità di acqua, ricavata dai fiumi della zona. 13. sinistri: spaventosi, minacciosi. 14. Judenlager, Vernichtungslager, Kazett: parole tedesche: la prima sta per campo degli ebrei , la seconda per campo di sterminio , la terza è una parola composta dalla pronuncia tedesca delle due lettere KZ, iniziali di Konzentrations-Zentrum, cioè campo di concentramento . 15. Carburo: carburo di calcio, sostanza chimica necessaria per la fabbricazione della gomma sintetica. 16. sommità: cima, vertice. 17. Ziegel, briques, tegula, cegli, kamenny, bricks, téglak: la parola mattone viene riportata nelle diverse lingue parlate nel campo di concentramento. 18. Babelturm, Bobelturm: torre di Babele in tedesco. Il primo termine è esatto, il secondo è alterato nella scrittura. 585

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Narrativa