Specchi incantati - volume A

Primo Levi 30 35 40 45 50 55 potemmo stabilire allora né dopo: la PAROLA DI Discriminazione Ci sono notte li inghiottì, puramente e semparole molto dure, su cui si fondano ideologie che plicemente. Oggi però sappiamo che generano guerre e in nome delle quali in quella scelta rapida e sommaria, di si giustifica la violenza. Discriminazione appartiene a questa categoria. Dal latino ognuno di noi era stato giudicato se discrimen, divisione , il vocabolo è riferito potesse o no lavorare utilmente per alla disparità di trattamento basata su differenze di qualsiasi genere, come il Reich;11 sappiamo che nei campi12 per esempio la discriminazione politica, rispettivamente di Buna-Monowitz razziale,etnica o religiosa. 13 e Birkenau, non entrarono, del nostro convoglio, che novantasei uomini e ventinove donne, e che di tutti gli altri, in numero di più di cinquecento, non uno era vivo due giorni più tardi. Sappiamo anche, che non sempre questo pur tenue principio di discriminazione in abili e inabili14 fu seguito, e che successivamente fu adottato spesso il sistema più semplice di aprire entrambe le portiere dei vagoni, senza avvenimenti né istruzioni ai nuovi arrivati. Entravano in campo quelli che il caso faceva scendere da un lato del convoglio; andavano in gas15 gli altri. Così morì Emilia, che aveva tre anni; poiché ai tedeschi appariva palese la necessità storica di mettere a morte i bambini degli ebrei. Emilia, figlia dell ingegner Aldo Levi16 di Milano, che era una bambina curiosa, ambiziosa, allegra e intelligente; alla quale, durante il viaggio nel vagone gremito,17 il padre e la madre erano riusciti a fare il bagno in un mastello di zinco, in acqua tiepida che il degenere18 macchinista tedesco aveva acconsentito a spillare19 dalla locomotiva che ci trascinava tutti alla morte. Scomparvero così, in un istante, a tradimento, le nostre donne, i nostri genitori, i nostri figli. Quasi nessuno ebbe modo di salutarli. Li vedemmo un po di tempo come una massa oscura all altra estremità della banchina, poi non vedemmo più nulla. Emersero invece nella luce dei fanali due drappelli20 di strani individui. Camminavano inquadrati,21 per tre, con un curioso passo impacciato, il capo spenzolato22 in avanti e le braccia rigide. In capo avevano un buffo berrettino, 11. Reich: parola tedesca che significa impero , o regno . Con questa parola si indicava, sotto Hitler, lo Stato nazista. 12. campi: campi di lavoro. 13. Buna-Monowitz e Birkenau: Monowitz e Birkenau sono nomi di località nei pressi di Auschwitz, in Polonia, nelle quali sorgevano i campi di lavoro e di sterminio dei nazisti. Nel caso di Monowitz, inoltre, al nome della località si aggiunge Buna, il nome della fabbrica di gomma sintetica dove i deportati venivano utilizzati come forza lavoro. Birkenau, invece, era il principale campo di sterminio all interno del campo di concentramento di Auschwitz. 14. abili e inabili: in condizione o non in condizione di lavorare. 15. in gas: i deportati troppo piccoli, troppo vecchi o troppo malati per lavorare venivano eliminati con gas velenosi in apposite camere, dette camere a gas. 16. Aldo Levi: l autore ricorda la storia di una famiglia conosciuta durante il viaggio verso Auschwitz. Il cognome Levi è diffuso tra le famiglie ebraiche. 17. gremito: eccessivamente affollato. 18. degenere: corrotto, immorale. L autore usa questo termine con dura ironia: il macchinista compie in realtà un gesto pietoso verso la bambina, concedendo l acqua tiepida per lavarla. un comportamento degenere, allora, perché devia dalla ferocia che i nazisti riservavano di norma ai deportati. 19. spillare: far uscire un rivolo di liquido da un recipiente attraverso un foro. 20. drappelli: gruppetti di persone. 21. inquadrati: ordinati, disposti. 22. spenzolato: oscillante, penzolante. 571

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Narrativa