Specchi incantati - volume A

I generi UNIT 8 La narrativa di viaggio 85 90 95 100 Comunque sia, si comunica anche senza sapere le lingue. Ricordo che negli anni novanta, in Indonesia, andai a passeggiare tra le risaie in una magnifica notte di stelle e incontrai un contadino che stava controllando la crescita delle sementi. Aveva una piccola lampada a petrolio. Ci sedemmo vicini, senza sapere niente l uno della lingua dell altro, e parlammo. Il tono della voce, lo sguardo e il movimento delle mani ci aiutarono a intenderci. Io capii che lui aveva sette figli, abitava oltre una certa collina e aveva un centinaio di oche nel suo pollaio. Ma c è un altra, e ancor più clamorosa bugia che si dice a chi parte. Quella che non c è il tempo, perché c è questo o quello da fare. Come se non ne buttassimo via a tonnellate, di tempo, davanti a un computer che ci propone viaggi solo virtuali, chattando. Il tempo è nostro! Non permettete che vi sia sequestrato da altri. Non esiste nulla nella vita che non possa essere rimandato. Ma voi non lo sapete ancora, perché non avete conquistato la saggezza del camminatore. E così, in mezzo a queste pressioni, si esita a lungo, si rinvia all infinito la realizzazione del sogno. Ma poi viene il momento che non se ne può più, e allora bastano due minuti per decidere. Paolo Rumiz, A piedi, Feltrinelli, Milano 2012 COME CONTINUA In sette capitoli tanti quante sono le tappe del viaggio a piedi il protagonista riferisce esperienze, incontri e conversazioni, intrecciando temi diversi. Seguendo il suo itinerario, i lettori possono così riflettere sull importanza del camminare, immaginare la bellezza della natura descritta, e ragionare sull impatto e sulle conseguenze che la storia determina sulla vita dei luoghi e dei popoli. SPECCHI di CARTA Un uomo, solo, cammina senza fretta. Lontano dalle mete più turistiche, segue per vari giorni la sua via: avanza lungo strade secondarie; si orienta con le mappe e con le stelle; alloggia nelle locande dei villaggi. Appare, ai nostri occhi, come una presenza ritornata dal passato: un viandante, o forse un pellegrino; insomma una figura d altri tempi che la nostra modernità, con i voli aerei e i treni iperveloci, sembra avere del tutto cancellato. Noi stessi ci chiediamo, sorpresi e un po perplessi: perché camminare tanti 506 giorni se, in poche ore, un mezzo più rapido può portarci a destinazione? Qual è l utilità di un così dispendioso investimento di tempo e di energie? Quest uomo è un passatista che rifiuta polemicamente la modernità o c è un significato più profondo, nella sua scelta, che riguarda da vicino il nostro oggi? La sua risposta è appassionata e fervida, e ci sprona a prestare attenzione, con maggiore consapevolezza, ai ritmi umani senza sprecare inutilmente il preziosissimo tempo della nostra esistenza.

Specchi incantati - volume A
Specchi incantati - volume A
Narrativa