Specchi incantati - volume A

Vieni via con me 110 115 cacciare il naso dentro le pagine, neppure in situazioni difficili, sotto il sole a picco, con il sale incrostato sulle ciglia. Ma nessuna isola mi ha mai colpita come la Vulcano degli anni Cinquanta. Non ho voluto più tornarci perché dai racconti degli amici ne ho ricavato un ritratto disastroso: alberghi immensi, recinzioni, strade, cabine di cemento, villette, insomma una rovina che non stento a immaginare conoscendo altre zone del nostro Paese come erano state prima e come sono state trasformate dopo, nella furia di una rapina del territorio che non ha avuto pause fino ai nostri giorni. Dacia Maraini, La ragazza di via Maqueda, Rizzoli, Milano 2009 SPECCHI di CARTA Immaginiamo un vasto specchio di mare, brillante come uno smeraldo... In mezzo all acqua vediamo sorgere un isoletta incontaminata, remota dalla civiltà. Ed ecco, al centro di quest isola, un vulcano s innalza puntando il suo cono minaccioso contro il cielo. uno spettacolo primordiale e magnifico, che può suscitare reazioni contrastanti, ora di timore per il potere distruttivo della montagna di fuoco, ora di attrazione per l immane potenza che esprime. Nonostante le conquiste scientifiche e tecnologiche della modernità, infatti, ancora oggi avvertiamo lo straordinario fascino delle indomabili forze naturali, e i vulcani, che da sempre ne sono una manifestazione tremenda, sono stati nei secoli oggetto di curiosità da parte degli uomini. Attorno a questi fenomeni naturali, temibili e grandiosi, sono così fiorite storie leggendarie: per questo, scalare il monte in una giornata d estate vale molto di più di una semplice scampagnata, e diventa una vera e propria immersione nel cuore primitivo del mito. GUIDA ALLA LETTURA La percezione e l immaginazione Siamo negli anni Cinquanta: durante una vacanza sull isola che dà il titolo al brano, al largo della costa tirrenica della Sicilia, la narratrice compie, con il padre e un suo amico, la salita al vulcano del luogo. L esperienza di questa vera e propria immersione nell aspro paesaggio coinvolge tutti i suoi sensi: il tatto è colpito dalle spine che le graffiano le gambe (r. 61); l olfatto, dall odore fortissimo (r. 66) nell aria; l udito, dal continuo ragliare degli asini. La vista poi, man mano che si sale, viene abbagliata dallo spettacolo del mare che, come pietrificato (rr. 80-84), rifulge di vividi colori. Soverchiata da percezioni tanto intense, l immaginazione della protagonista subisce una scossa profonda: la notte, addormentatasi di schianto (r. 97), la fanciulla non riposa serenamente, immaginandosi un eruzione che prima la inghiotte e poi la fa volteggiare in aria come la Mary Poppins (rr. 100-101) dei romanzi per bambini. Paesaggio reale e paesaggio culturale Nella prima parte del racconto, la Maraini si sofferma sulla vita dell isola, offrendo una testimonianza dal valore documentario: come una studiosa di folclore o un antropologa, registra le condizioni materiali degli abitanti. Imitando il padre Fosco, intento al suo servizio fotografico (r. 10), scatta, con le parole, una serie di istantanee che, sfogliate, rievocano le immagini di un mondo oggi perduto. Ma, a differenza della fotografia, le parole non si fermano alla superficie delle cose. Accanto al paesaggio esterno, così, l autrice descrive l universo immaginario delle leggende che circondano il vulcano: si tratta dei racconti terrificanti (r. 26) di sparizioni di uomini e animali, 499

Specchi incantati - volume A
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Narrativa