Specchi incantati - volume A

Vieni via con me combattere, pur essendo stato decapitato. Questo, da sempre, è il suo metodo: partire dal confronto tra ciò che vede e ciò che ha imparato da una serie di letture sulla storia, per conoscere la società e la cultura dei popoli con cui viene in contatto. Un cimitero impolverato Ma a Kabul è diverso. Qui, Di tutto quel che i miei libri raccontano non restano che i resti (rr. 33-34): la fortezza che domina la città è ridotta in macerie, il fiume è una discarica, i templi sono devastati, molti altri luoghi simbolici sono scomparsi. La città si è trasformata in un enorme termitaio brulicante di misera umanità; un immenso cimitero impolverato (rr. 4950). Responsabile di questa rovina non è la natura, ma l uomo, capace di costruire paradisi profumati per poi trasformarli in luridi inferni. Non importa ora distinguere fra le mille guerre che si sono sommate, per documentare l esito devastante che ha sotto gli occhi. Kabul è un monito: è questo che vogliamo? Quante altre città, nel mondo, oggi somigliano a Kabul? La necessità della compassione Terzani non intende soppesare torti e ragioni delle parti in causa, ma descrivere gli effetti delle guerre: non si sente più di perseguire la difficile, a volte impossibile obiettività del reporter. Alle cronache accompagna lucide riflessioni, e non nasconde i propri sentimenti, ammettendo una sorta di isterica sensibilità per la violenza (rr. 66-67). Dopo averne viste di tutti i colori, nella sua carriera, non ha sviluppato la corazza di indifferenza propria di molti colleghi. Al contrario, si sente trafitto, mutilato, bruciato (rr. 68-69) dalla ferocia riconoscibile dappertutto, che lo porta a ricordare un verso in cui Gandhi sostiene che senza la compassione, senza la capacità di immaginare la sofferenza degli altri (rr. 71-72), non è possibile capire il mondo. Mettersi nei panni altrui è una necessità morale, così come raccontare quello che gli occhi vedono, ovvero il moltiplicarsi delle sofferenze dei più deboli: una donna mutilata che arranca, bambini-mendicanti infreddoliti che si scaldano bruciando pezzi di plastica trovati nei cumuli di spazzatura (r. 79). Neppure la cultura mette al riparo: il curatore del Museo di Kabul si riduce a vendere patate al bazar, pur di guadagnare qualcosa. una storia che ci riguarda: Avrebbe potuto succedere a me; potrebbe ancora succedere a ognuno di noi: a causa di una guerra (rr. 84-85). LABORATORIO SUL TESTO f) La città è stata distrutta da una catastrofe naturale. V F g) Gli inglesi sono i responsabili dell ultima guerra combattuta in Afghanistan. V F h) L autore con l età è diventato più sensibile alla violenza. V F i) L autore con l età è diventato più obiettivo e imparziale. V F V F j) A Kabul vivono persone mutilate dalle mine. V F V F k) A Kabul i bambini-mendicanti si riparano dal freddo nei palazzi semidistrutti. V F V F l) L ex curatore del Museo di Kabul ora fa un lavoro umile e faticoso per sopravvivere. V F COMPRENDERE 1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false, poi correggi quelle che ritieni false. a) L autore, durante la sua visita a Kabul, alloggia in un hotel. V F b) L autore conosce molto bene la storia di Kabul. V F c) Prima della diffusione dell Islam, la popolazione dell Afghanistan era indù e buddhista. d) L autore apprezza molto la bella vista sul panorama che vede dal suo alloggio. e) La città di Kabul è ridotta a un ammasso di macerie e i suoi monumenti sono distrutti. 493

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Narrativa