Specchi incantati - volume A

Come si cambia 20 25 30 35 40 45 rr. 45-53 La durata è un parametro importante per comprendere il trattamento del tempo in un testo narrativo. La minuziosa descrizione 50 fa in modo che il tempo del racconto scorra più lentamente di quello della storia. es. 5 55 in tasca come il regalo di una fata; e PAROLA DI Acuminato Quanto più io osservavo la punta di metallo che acuminato sarà un utensile, tanto meglio riuscirà a le scavava un tunnel biancastro nel perforare un oggetto di legno, cuoio o altro palmo, e poi, quando lei l estraeva e materiale. Acuminato, che significa appuntito, aguzzo , ha molto in comune me la tendeva, facevo lo stesso. con il sostantivo acume ( intelligenza ) A un certo punto mi lanciò uno e con il verbo acuminare ( far diventare appuntito ). Tutto ha origine da una punta sguardo dei suoi, fermo, con gli occhi latina, acumen, passata poi in italiano attraverso i verbi latini acuere e acuminare. stretti, e si diresse verso la palazziParole che oscillano tra un significato na dove abitava don Achille. Mi gelai concreto (principalmente riferito agli oggetti) e un uso figurato: l acutezza della mente, di paura. Don Achille era l orco dell intelligenza, la perspicacia, talvolta anche 3 le favole, avevo il divieto assoluto l intensità di un sentimento. di avvicinarlo, parlargli, guardarlo, spiarlo, bisognava fare come se non esistessero né lui né la sua famiglia. C erano nei suoi confronti, in casa mia ma non solo, un timore e un odio che non sapevo da dove nascessero. Mio padre ne parlava in un modo che me l ero immaginato grosso, pieno di bolle violacee, furioso4 malgrado il don ,5 che a me suggeriva un autorità calma. Era un essere fatto di non so quale materiale, ferro, vetro, ortica, ma vivo, vivo col respiro caldissimo che gli usciva dal naso e dalla bocca. Credevo che se solo l avessi visto da lontano mi avrebbe cacciato negli occhi qualcosa di acuminato e bruciante. Se poi avessi fatto la pazzia di avvicinarmi alla porta di casa sua mi avrebbe uccisa. Aspettai un po per vedere se Lila ci ripensava e tornava indietro. Sapevo cosa voleva fare, avevo inutilmente sperato che se ne dimenticasse, e invece no. I lampioni non si erano ancora accesi e nemmeno le luci delle scale. Dalle case arrivavano voci nervose. Per seguirla dovevo lasciare l azzurrognolo del cortile ed entrare nel nero del portone. Quando finalmente mi decisi, all inizio non vidi niente, sentii solo un odore di roba vecchia e DDT.6 Poi mi abituai allo scuro e scoprii Lila seduta sul primo gradino della prima rampa. Si alzò e cominciammo a salire. Avanzammo tenendoci dal lato della parete, lei due gradini avanti, io due gradini indietro e combattuta tra accorciare la distanza o lasciare che aumentasse. M è rimasta l impressione della spalla che strisciava contro il muro scrostato e l idea che gli scalini fossero molto alti, più di quelli della palazzina dove abitavo. Tremavo. Ogni rumore di passi, ogni voce era don Achille che ci arrivava alle spalle o ci veniva incontro con un lungo coltello, di quelli per aprire il petto alle galline. Si sentiva un odore d aglio fritto. Maria, la moglie di don Achille, mi avrebbe messo nella padella con l olio bollente, i figli mi avrebbero mangiato, lui mi avrebbe succhiato la testa come faceva mio padre con le triglie. Ci fermammo spesso, e tutte le volte sperai che Lila decidesse di tornare indietro. Ero molto sudata, lei non so. Ogni tanto guardava in alto, ma non 3. Don Achille... favole: Elena, detta Lenù, nell immaginazione vede don Achille come l uomo nero delle favole. 4. furioso: dal carattere collerico. 5. don: appellativo di riguardo usato al Sud. 6. DDT: insetticida. 465

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Narrativa