Specchi incantati - volume A

Ma un giorno di primavera del 1944 Anne sentì alla radio un ministro del governo olandese in esilio a Londra dire che dopo la guerra si sarebbero dovuti raccogliere diari e memorie, perché rimanesse un imponente documentazione di quanto era successo. Decise allora di tornare sulle pagine che aveva scritto, per dare loro una forma più elaborata: ripulì, tagliò, abbellì, immaginò un destinatario di fantasia (l amica Kitty), e diede al lavoro un titolo, La casa di carta. Per lei impugnare la penna era una passione, e sognava passata la bufera di diventare da grande giornalista o scrittrice. Fu invece il padre a selezionare e dare alle stampe nel 1947 i brani più significativi dei suoi diari, depurati da considerazioni verso persone viventi e dai passi in cui Anne parlava dei momenti di tensione con i familiari e dei propri turbamenti sentimentali. Seguirono edizioni più accurate dal punto di vista editoriale, decine di traduzioni, versioni cinematografiche, l apertura al pubblico della casa in cui visse rinchiusa. «La carta è più paziente degli uomini , scrive Anne nella prima pagina del suo diario; «Si è più soli nell infanzia che nella vecchiaia , aggiunge nelle ultime. Anche se non potrà mai saperlo, ha realizzato il suo sogno. Morì di tifo, senza nessuno accanto, in una baracca del campo di Bergen-Belsen a tredici anni. Ma grazie alla carta il suo canto è tornato a levarsi. Oggi è una scrittrice e noi le facciamo visita col batticuore, a Prinsengracht 263. 439

Specchi incantati - volume A
Specchi incantati - volume A
Narrativa